I precari della Scuola tagliati fuori dal piano di riforma scolastica dell'esecutivo guidato da Renzi manifestano oggi in Piazza al corteo organizzato dalla Cgil. A pochi giorni da una sentenza che potrebbe sparigliare le carte della Buona Scuola,così tanto reclamizzata dal governo che ne decanta l'alto numero di docenti stabilizzati, i precari non restano con le mani in mano e si organizzano in tutte le forme possibili per contrapporre le loro sacrosante ragioni. Si tenta di agire sue due fronti: il ricorso per l'ammissione in Gae e quello per la violazione delle norme che regolamentano i contratti a tempo determinato nel settore pubblico.
Docenti precari: i ricorsi promossi
La Buona Scuola esclude dalla stabilizzazione un numero di precari almeno pari a quello che sarà inserito di ruolo. Inevitabile procedere per le strade del ricorso. Coloro che verranno assunti, come richiamato spesso da stampa e giornali, sono quelli inseriti nelle Gae, ossia le Graduatorie ad inserimento chiuse nel 2007 dall'allora ministro Fioroni. Una soluzione per rientrare in queste graduatorie adottata dal sindacato Anief è stata quella di ricorrere presso il Tar del Lazio che ha provveduto a confermare i decreti per immettere 15.000 docenti regolarmente abilitati. Tuttora è possibile aderire semplicemente andando sul sito dell'Anief. Una volta inseriti in graduatoria si attenderà poi l'esito della Corte Europea del 26 novembre che si preannuncia favorevole.
Precari: sentenze emesse dai giudici del lavoro
L'altra strada per ottenere la stabilizzazione dei precari aggirando l'ostacolo governativo è rappresentata dal ricorso diretto al giudice del lavoro. In caso la sentenza sopra richiamata condannasse lo Stato Italiano per la reiterazione dei contratti a t.d. su posto vacante per oltre 36 mesi di servizio, è facilmente intuibile che le aule di giustizia si affolleranno.
Qualcuno non ha atteso, come dimostra un caso a Salerno in cui diversi insegnanti della provincia campana sono stati assunti in virtù della sentenza del Giudice del lavoro. Nel caso in ispecie, la prassi di scalare a ritroso la graduatoria provinciale anziché ricorrere all'inserimento a pettine, è stata dichiarata incostituzionale perché si sarebbe dovuto considerare il punteggio originario.
Sul fatto c'è un articolo di Tecnica della Scuola.