Nonostante un contesto previdenziale in grande fermento inizia ad essere preoccupante il silenzio delle Istituzioni in merito al caso Pensioni lavoratori precoci: l’ultimo concreto intervento lo si è avuto con le dichiarazioni del ministro Poletti, che alcune settimane fa ha sottolineato come in Legge di Stabilità si sarebbe lavorato all’inserimento della norma che prevede la cancellazione delle penalizzazioni per chi accede alla pensione anticipata prima dei 62 anni. Da lì ad oggi il vuoto più totale, con il quadro ad essere aggravato dal fatto che il dibattito in vista dell’ormai prossima Legge di Stabilità viene ad essere assorbito quasi esclusivamente da riforma del lavoro e Jobs Act.

Ogni provvedimento che non sarà inserito all’interno della stessa Legge di Stabilità andrà dirottato a data da destinarsi, ecco che il governo Renzi ha un’occasione d’oro per poter sanare le numerose vertenze previdenziali ancora in piedi ed affrontare quelle più delicate, caso pensioni lavoratori precoci compreso; a spingere verso una riforma della pensione anticipata che preveda requisiti meno stringenti per l’accesso all’istituto è il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che ha recentemente proposto di riconsiderare la PDL 857. Damiano fu anche l’unico esponente politico che in seguito allo stralcio degli emendamenti presentati lo scorso agosto alla riforma PA sottolineò che si stava commettendo un errore e che alcune misure cancellate ‘avrebbe potuto togliere un peso dalle spalle dei lavoratori precoci’.

In tutto questo Renzi sta a guardare, una miopia certo non limitata solo al caso pensioni lavoratori precoci bensì estesa all’intera questione previdenziale.

Pensioni lavoratori precoci, pensione anticipata a 62 anni e APA: Damiano preme, Renzi sta a guardare

Come accennato in apertura, il caso pensioni lavoratori precoci è stato recentemente interessato dalle dichiarazioni rilasciate da Cesare Damiano, che ha ribadito la validità della propria proposta di legge, la PDL 857, presentata nell’aprile del 2013 e mai considerata dalle Istituzioni.

Il testo prevede la fissazione della pensione anticipata a quota 62 anni di età più 35 di contributi (o a quota 41 anni di contributi a prescindere dall’età) il tutto a fronte del calcolo dell'assegno pensionistico che deve risultare pari almeno a 1,5 volte l'imponibile dell'assegno sociale, una misura che se ricalibrata potrebbe risultare utile anche per il caso pensioni lavoratori precoci: il problema è costituito dalle ingenti coperture economiche necessarie a finanziare il provvedimento, oltre 40 miliardi di euro secondo le stime dell’INPS.

Difficile dunque che questa misura possa trovare posto nella Legge di Stabilità a margine della quale potremmo invece trovare la configurazione dell’APA, Assegno pensionistico anticipato: Poletti non ha mai dettagliato il funzionamento di quest’istituto limitandosi a sottolineare che prevede l’erogazione di un prestito versato dall’INPS e che i lavoratori dovrebbero poi rendere le somme ricevute sottoforma di trattenute dirette sugli assegni pensionistici. Le idee insomma sono poche e confuse (perché prestare ai lavoratori danaro proprio versato in anni di contributi?), stato di cose cui si aggiunge l’immobilismo di Renzi, che continua a non considerare il caso pensioni lavoratori precoci e a non dare la giusta importanza alla questione previdenziale.

Certo continuare a ignorare il caso pensioni lavoratori precoci sarebbe vergognoso: stiamo parlando di gente che ha iniziato a lavorare a 15 anni contribuendo già in tenera età alla crescita del paese e a cui non si può chiedere il raggiungimento dei requisiti Fornero. E Voi che cosa pensate? Credete che il governo Renzi sfrutterà la Legge di Stabilità per prevedere nuove misure in tema di lavoratori precoci o ignorerà la vertenza? Dateci un parere commentando l’articolo qui sotto! Se desiderate rimanere aggiornati su pensioni e previdenza vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ in alto a destra.