Prosegue senza soste il dibattito riferito a riforma Pensioni 2015 e previdenza: quelli in corso sono giorni evidentemente convulsi dato che Commissione Bilancio, Ragioneria di Stato, Ministero dell’Economia e governo Renzi stanno tenendo diversi meeting per comprendere la fattibilità o meno di alcuni emendamenti presentati alla Legge di Stabilità 2015. In tutto si parla di 2000 provvedimenti, con oltre 1600 ad esser già stati scartati per dichiarata inammissibilità: restando focalizzati su riforma pensioni 2015 e previdenza, gli emendamenti che saranno discussi riguardano l’opzione contributivo, le pensioni d’oro e il caso dei Quota 96 della Scuola.

Concentrandoci sui primi due la situazione appare piuttosto chiara: nel caso dell’opzione contributivo c’è da discutere una possibile proroga dei termini di fruizione, nel secondo va invece valutato se accogliere o meno la richiesta del M5S che chiede il ripristino del tetto originariamente inserito nella Legge Fornero e poi misteriosamente ‘sparito’. L’impressione corrente è che il dibattito sulla possibile abolizione o meno della stessa Legge Fornero abbia scosso il governo Renzi che adesso sempre pensare con più continuità ad una riforma delle pensioni 2015 onnicomprensiva.

Riforma pensioni 2015 Renzi, opzione contributivo e pensioni d’oro: ecco le soluzioni – Serviranno intelligenza e buon senso

Parlando di riforma pensioni 2015, opzione contributivo e pensioni d’oro quelli in corso sono dunque giorni decisivi: partendo dall’istituto rivolto alle sole lavoratrici donne, chiunque maturerà i requisiti di accesso (57 o 58 anni di età più 35 di contributi) entro il 30 dicembre di quest’anno potrà presentare domanda di pensionamento all’INPS, in caso contrario la possibilità di ricorrere all’opzione contributivo decadrà del tutto. Scenario che il Comitato Opzione Donna e diversi esponenti politici (Maria Luisa Gnecchi del PD in primis) vorrebbero scongiurare; il cuore dell’emendamento presentato alla Legge di Stabilità è costituito dalla previsione di una proroga sino al 2018, cosa che rimetterebbe in corso oltre 7mila lavoratrici donne che matureranno i requisiti di accesso all’opzione contributivo già il prossimo anno. Certo la questione è complessa: in ballo c’è anche un ricorso presentato dal Comitato Opzione Donna che contesta le circolari con le quali l’INPS ha ristretto al 30 dicembre 2014 i termini temporali di fruizione dell’istituto, ma volendo effettuare un ragionamento puramente economico lo Stato potrebbe conseguire enormi risparmi se solo prevedesse una proroga (gli assegni calcolati col contributivo sono evidentemente inferiori alla media di quelli calcolati col retributivo).



Ad aver destato la rabbia di cittadini e contribuenti è però il caso connesso a riforma pensioni 2015 e pensioni d’oro: in un momento nel quale si continua a parlare di tagli, mancanza di fondi e spending review avere a che fare con ex dipendenti statali che saluteranno il proprio percorso professionale con 37mila euro di pensione al mese non è certamente la via più congrua per far digerire una pressione fiscale che continua ad inasprirsi nonostante le iniziali promesse di Renzi (su tutti si veda il caso del nuovo Regime dei Minimi 2015 previsto per i possessori di partite IVA). Il tetto alle pensioni d’oro contenuto nella Legge Fornero prevedeva che l’assegno previdenziale massimo (quindi al netto di vitalizi e anni di contributi spinti sino al limite) non potesse comunque superare l’80% dell’ultimo stipendio, quando in realtà ad oggi e grazie alla cancellazione dello stesso tetto c’è chi andrà in pensione con assegni superiori alla quota del 120% dell’ultimo stipendio. Se la proposta del M5S verrà ignorata l’opinione pubblica si scatenerà di certo contro il governo Renzi e contro un sistema che si dimostrerebbe lo stesso di sempre. Continueremo a seguire i futuri sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ poco sotto il titolo del pezzo!