Prosegue incessantemente il dibattito in tema di riforma pensioni 2015 e previdenza: come andiamo ripetendo ormai da tempo, ci sembra più opportuno parlare di ‘riforma Pensioni 2015’ dato che ogni possibile ipotesi o proposta non potrà che concretizzarsi nell’anno a venire, anche e soprattutto perché gli interventi inseriti in Legge di Stabilità avranno la priorità. Parlando dunque di riforma pensioni 2015 dobbiamo tener conto delle numerose proposte che al momento stanno interessando l’istituto del prepensionamento: possibile configurazione di Quota 100, accesso fissato a 62 anni di età con rimodulazione delle penalizzazioni e Mini-Pensione sono le ipotesi più accreditate, con la stragrande maggioranza degli attori politici a protendere comunque per la prima e l’ultima opzione.

Spostando il nostro raggio prospettico, nelle ultime ore sono arrivate importanti dichiarazioni a firma Maria Elena Boschi: il ministro per le Riforme e i Rapporti con il Parlamento ha in particolare parlato delle pensioni minime ipotizzando misure ascrivibili addirittura al 2016 e dunque nemmeno ad una possibile riforma delle pensioni 2015: in chiusura bisogna infine dar conto di alcuni emendamenti presentati dai parlamentari del PD di Renzi per ridurre od eliminare l’incremento della tassazione previsto dalla Legge di Stabilità a proposito dei fondi di previdenza integrativa.

Riforma pensioni 2015 Renzi: prepensionamento, pensioni minime e previdenza integrativa – Chiara la scelta del governo

Come accennato in apertura, paiono estremamente caldi i temi connessi a previdenza e riforma pensioni 2015: partendo dal prepensionamento, le misure pocanzi richiamate scontano al momento problematiche di natura economica, con la sola configurazione di Quota 100 che potrebbe in effetti essere ratificata a costi contenuti per le classe statali. Difficile invece che si possa assistere in futuro ad una riforma delle pensioni 2015 che fissi l’accesso al prepensionamento a quota 62 anni di età, misura in merito alla quale l’INPS parla di oltre 40 miliardi di coperture economiche. Il dibattito è comunque acceso, vi aggiorneremo in caso di novità. Spostandoci alle pensioni minime, appare invece opportuno sottolineare le dichiarazioni rilasciate dal ministro Boschi: ‘Speriamo nel 2016 di riuscire ad agire sulle pensioni minime, purtroppo per il momento non abbiamo ancora misure dirette ai pensionati’, ha sottolineato il ministro, che poi ha aggiunto come il governo Renzi abbia preso ‘la difficile scelta di puntare sui nuovi lavoratori’. Quest’ultimo punto ci appare di straordinaria importanza, dato che conferma la strategia adottata dall’esecutivo guidato da Renzi: l’assoluta miopia dimostrata sin qui in merito al fronte previdenziale è dunque frutto della precisa scelta di privilegiare l’ingresso dei nuovi lavoratori nel mercato del lavoro. A questo punto però ci chiediamo che senso possa avere una politica incentrata sull’immissione di lavoratori in un settore che non ha posti a liberi proprio perché i ‘vecchi lavoratori’, per restare alla terminologia adottata dalla Boschi, non riescono ad uscire.



L’ultimo importante punto connesso ad una possibile riforma delle pensioni 2015 concerne un’eventuale modifica alla norma contenuta in Legge di Stabilità che prevede l’incremento della tassazione sui fondi di previdenza integrativa: l’aliquota è passata dall’11 al 20%, ecco che alcuni parlamentari del PD hanno chiesto la cancellazione della nuova aliquota o quanto meno una rimodulazione della stessa. Staremo a vedere, ma a questo punto vorremmo coinvolgervi nella nostra analisi: come giudicate le parole del ministro Boschi? Condividete la strategia del governo Renzi di guardare solo all’ingresso dei lavoratori nel mercato del lavoro e non alla loro uscita ignorando così il comparto previdenziale? Dateci un giudizio commentando l’articolo qui sotto! Se desiderate continuare a rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto ‘Segui’ poco sotto il titolo del pezzo!