"È del tutto evidente che bisognerà tornare al meccanismo di rivalutazione ante Fornero" spiega il Segretario Generale della Spi-Cgil Susanna Cantone, che offre la propria interpretazione di quanto deciso a fine aprile dalla Corte Costituzionale. "La sentenza su questo è molto chiara: non si può fare cassa con i pensionati. Le pensioni da lavoro sono state conquistate, non regalate, e devono perciò essere tutelate". Resta implicito che l'agenda del Governo dovrà comunque subire delle variazioni dopo la vicenda, perché nella pianificazione delle spese di bilancio pubblico non era prevista questa uscita e bisognerà capire come porre rimedio.
Tanto che diversi nostri lettori, nei commenti ai precedenti articoli, si sono detti preoccupati per un possibile nuovo slittamento dell'altro capitolo urgente riguardante la previdenza, ovvero quello della flessibilità nell'accesso al pensionamento. La stessa Cantone mette però le mani avanti, ricordando che a dover essere riformato è "tutto l'impianto di una riforma che ha penalizzato anziani, adulti e giovani".
Tecnici del Governo al lavoro sulla ricerca delle coperture, ma c'è chi afferma che la spesa potrebbe essere maggiore di quanto preventivato
Nel frattempo le prime reazioni a caldo dell'esecutivo riguardano l'aspetto operativo; i tecnici del Mef dovranno mettersi al lavoro su come trovare le coperture.
D'altra parte, "la sentenza non si può che applicare" spiega il Ministro del lavoro Giuliano Poletti. Ma il primo passo sarà quello di fare in modo preciso i conti, perché rispetto alle prime stime che si sono lette sui principali quotidiani, l'Agenzia d'informazione Ansa ha diramato delle nuove stime in rialzo. In particolare, la platea dei pensionati beneficiari per gli anni 2012 e 2013 sarebbe di circa 6 milioni di persone, per un corrispettivo di 8 miliardi di euro.
Ma se includiamo anche il blocco all'adeguamento Istat avvenuto con il successivo esecutivo del Premier Enrico Letta, allora il totale del dovuto rischierebbe di salire a quasi 10 miliardi di euro, rispetto ai 5 miliardi che erano stati ipotizzati dall'Avvocatura di Stato.
Stop a rivalutazione delle pensioni: e ora il Codacons pensa alla class action
Nel frattempo è intervenuto sulla vicenda anche il Codacons, dopo aver deciso di promuovere una nuova class action per difendere i pensionati che si sono visti decurtare ingiustamente la propria mensilità previdenziale. L'iniziativa dell'associazione che si occupa di tutelare il cittadino riguarda principalmente coloro che sono percettori di una mensilità previdenziale inferiore alle 2400,00 €; la class action dovrebbe pertanto unire tutti i pensionati che sono stati illegittimamente penalizzati attraverso il taglio della rivalutazione. Alla base dell'azione legale, vi sarebbe il ripristino dello stato di diritto dopo l'ingiustizia subita, perché "tagliare gli assegni pensionistici o bloccare le rivalutazioni", sostiene Carlo Rienzi (Presidente dell'associazione) "è un atto illegittimo".
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