Si aggiorna nuovamente l'agenda degli incontri di discussione riguardo il delicato dossier della riforma previdenziale, un tema che sta generando attenzione crescente nella vasta platea dei lavoratori trovatisi in una situazione di disagio nel 2011. Se infatti la legge Fornero ha messo in sicurezza i conti in un momento di gravissima crisi per le casse pubbliche, dall'altro lato lo ha fatto a costo di pesanti sacrifici su lavoratori e pensionati, creando anche numerose situazioni paradossali nel mancato accesso al welfare di quiescenza. Dopo quattro anni di provvedimenti estemporanei, il Partito Democratico sta ora tentando di apportare dei correttivi che possano risultare finalmente strutturali, ma la strada non appare certamente in discesa.

Il problema resta ancora una volta quello della sostenibilità di bilancio delle nuove misure di flessibilità da apportare alla normativa in essere, visto che la portata del disagio tra i cittadini richiederebbe un'intervento molto ampio. È altrettanto vero però che un eventuale sforamento del patto di stabilità farebbe automaticamente attivare le tagliole di Bruxelles, vanificando così l'intervento: motivo per il quale risulta così difficile arrivare alla promulgazione di una misura di flessibilizzazione strutturale nell'accesso all'Inps.

Agenda sulla flessibilità pensionistica si aggiorna con il confronto tra tecnici del Mef e dell'Istituto di previdenza pubblica

Stante la situazione, la discussione sulla flessibilità previdenziale si aggiornerà nella giornata di lunedì 6 luglio con un nuovo incontro tra esponenti tecnici dell'Inps e le relative controparti, appartenenti al Ministero delle finanze.

Al centro della riunione vi sarà la discussione sulle opzioni di flessibilità attualmente in discussione presso il Parlamento: ricordiamo che i principali fronti vedono contrapporsi i sostenitori della pensione anticipata tramite ricalcolo contributivo della mensilità erogata contro coloro che vorrebbero aprire alla quota 97 (con 62 anni di età, 35 di versamenti e l'8% di penalizzazione massima) e l'uscita a 41 anni di contribuzione per i precoci (in questo caso senza alcuna penalizzazione).

L'idea è di inserire i correttivi già all'interno della prossima legge di stabilità 2015, ma le discussioni più accese sono previste proprio sul tema delle coperture, visto che sullo sfondo resta sempre il rischio di una bocciatura da parte degli organismi di controllo e valutazione internazionali.

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