Anche il Presidente della Commissione Lavoro del Senato,Maurizio Sacconi, in qualità di relatore al disegno di legge di stabilità, fa sentire la sua voce in merito alle modifiche da apportare alla manovrafinanziaria 2016in materia pensionistica.

Secondo Sacconi la manovra finanziaria varata dal governo crea disparità tra donne

In particolare il Presidente della Commissione Lavoro del Senato,Maurizio Sacconi, si sofferma su alcune incongruenze e disparità di trattamento previste nel disegno di legge di stabilità approvato dal Consiglio dei ministri e inviato al Parlamento.

Per prima cosa, sostiene Sacconi, restano fuori dalla proroga dell'opzione donna le lavoratrici nate nell'ultimo trimestre del 1958. Secondo il presidente Sacconi (NCD), la proroga sostanzialmente si autofinanzia ed è quindi del tuttoautosostenibile. La copertura finanziaria poggia la sua ragion d’essere nei risparmi derivanti dal calcolo contributivo.Per ciò che attiene, invece, la salvaguardia degli esodati, Sacconi fa riferimento al conteggio effettuato dall'apposita sottocommissione che ha quantificato con certezza il numero dei lavoratori interessati alla settima salvaguardia.

Damiano difende la sua proposta della quota 100, avversata dall'Inps

A tal riguardo anche il Presidente della Commissione Lavoro della Camera,Cesare Damiano, interviene sostenendo che i lavoratori da salvaguardare non sono 31.000 bensì 51.000.

Difatti con la legge di stabilita si salvaguardano solo 31.000 lavoratori mentre, secondo le stime dell’INPS, ne rimangono ancora esclusi altri 20.000 circa.Le alternative secondo Damiano sono allora due: o si procede subito includendo tutti o si pensa già ad un'ottava salvaguardia. "Se sara’ necessariofaremo l'ottava salvaguardiaper chiudere definitivamente questo capitolo", afferma il presidente Damiano che non risparmiastoccate all’INPS, retto dal bocconiano Boeri.

Difatti l'ex ministro al Lavoro, ora Presidente della Commissione Lavoro della Camera,sostiene che il PDvoleva contribuire alla soluzione dei diversi problemi legati al pensionamento, ma l'Istituto Nazionale di Previdenza ha sempre avversato una soluzione del genereperché, sbagliando, ha quantificato in8 miliardi il costo dell'operazione, calcolo che ha contribuito a convincere il Governo a rimandare la norma.

“Per fortuna ci aiuta, oltre che il buon senso, l’indagine di Confesercenti e di SWG che ci spiega che soltanto il 49% degli interessati utilizzerebbe una flessibilità che prevede un taglio permanente dell’assegno pensionistico”, afferma Damiano.

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