Alla schiera degli esodati appartengono un numero sempre molto elevatodi persone, tra dati reali forniti dall'Inps e presunti, quelli rivelati dal Governo, ci troviamo di fronte ad una platea di notevoli dimensioni. I i vari comitati di appartenenza, se ne stimano 15, continuano a battersi per ottenere il giusto riconoscimento dei propri diritti, ma la situazione sembra ben lontana dall'essere sanata. Dall'entrata in vigore della riforma Fornero sono passati quasi 4 anni e molti sono gli interventi necessari per chiudere definitivamente la questioneesodati.

Esodati: una questione senza fine

La platea degli esodati è una di quelle che conta al suo interno un alto numero di "partecipanti". Nel triennio 2014/2016 ben 390 mila lavoratori si sono trovati a fare la spola tra il lavoro e la pensione, senza giungere né all'uno né all'altro. Sono stati varati sei provvedimenti atti a salvaguardare gli appartenenti a questa fascia e la settima salvaguardisa sarà l'ultima. Il numero totale dei salvaguardarti è stato di ben 162 mila persone, ma secondo l'Inps la situazione non è completamente sanata. Per meglio dire, secondoCesare Damiano, Presidente Commissione Lavoro della Camera,per potere definire la situazione completamente conclusa si renderebbe necessaria un'ottava salvaguardia.

Va precisato, però, che rimangono esclusi ancora gli appartenenti a specifici casi e per questo l'organismo che raccoglie i 15 comitati degli esodati si sta battendo per fare rientrare tutti all'interno della settima salvaguardia. Se come si teme questa sarà l'ultima manovra atta alla tutela degli esodati, è bene ricordare che una larga fetta di essi rischia di essere dimenticata ed abbandonata senza una fonte di reddito né garanzie.

Il caso che genera più scalpore è quello legato agli esodati delle Poste: essi vengono considerati una categoria a parte poiché prima della Legge Fornero avevano sottoscritto un accordo con le Poste Italiane. Chi aveva svolto almeno 30 anni di lavoro poteva uscire anticipatamente ricevendo anche una buonuscita di 8 mila euro e l'assunzione di un figlio, anche se con un contratto part time di sole due settimane al mese corrispondenti ad un mensile di 670 euro.

Ad oggi molti di loro si ritrovano a vivere senza una fonte di reddito perchè non hanno diritto ad accedere alla pensione e non riescono più ad inserirsi nel mondo del lavoro causa l'età anagrafica. Nel mentre i loro figli hanno ancora un contratto di lavoro part time presso le Poste Italiane, senza possibilità che diventi a tempo pieno e forse senza sbocchi futuri.