Le cattedre di potenziamento assegnate agli istituti, ma rimaste vacanti per la carenza di candidati oppure per la scelta di molti insegnanti di differire la presa di servizio, non potranno essere assegnate dai presidi mediante le supplenze brevi oppure con la formula fino alla nomina dell’avente diritto.

Sono cinque le note degli uffici scolastici di altrettante regioni che ricordano questa precisa disposizione: la nota numero 31061 del 27 novembre 2015 dell’ufficio regionale del Lazio e, a seguire, quella della Toscana (n. 16583 del 30 novembre), della Campania (n.

13492 del 1° dicembre), dell’Umbria (n. 16822 del 2 dicembre) e della Basilicata (n. 3940 dello scorso 2 dicembre).

Supplenze scuola sulla fase C: ancora 20 mila cattedre da assegnare di insegnamento comune

Il quotidiano Italia Oggi traccia un bilancio dei posti che dovranno essere riassorbiti dai supplenti a seguito delle immissioni in ruolo della fase C. In tutto sono all’incirca 20 mila i posti da assegnare ai supplenti, così distribuiti: 7.783 cattedre non assegnate e circa un terzo dei 47.475 (oltre 14.200 posti) docenti immessi che hanno scelto di differire la presa di servizio al 2016 rimanendo nella cattedra di supplenza per l’anno scolastico 2015/2016.

Le note emanate dalle cinque regioni si rifanno direttamente alla legge sulla Buona Scuola di Renzi (la numero 107 del 2015) che prevede la possibilità di assumere personale a tempo determinato sui posti risultanti vacanti nella fase C.

E, dunque, nelle disposizioni dettate dai direttori dei cinque uffici regionali, occorrerà procedere con la nomina di supplenti con contratti fino al 30 giugno 2016. Solo i direttori del Lazio, Umbria e Toscana concordano sulla possibilità di differire la scadenza della supplenza fino al 31 agosto 2016.

Le supplenze dei docenti di sostegno di potenziamento, di diritto e di fatto

Discorso a parte, invece, è quello relativo ai docenti del sostegno sui cui relativi posti è ammessa la supplenza solo per chi possiede il titolo di specializzazione. In situazioni di carenza di docenti abilitati, dunque, tali posti rimarranno vacanti. Mentre per la copertura dei posti sull’organico non di potenziamento i direttori regionali concordano sulla possibilità di nomina con le procedure ordinarie.