Mentre entra nel vivo il confronto tra governo e sindacati, si accende lo scontro tra maggioranza e opposizione sulla riforma Pensioni. All'attacco il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. Quello sull'Anticipo Pensionistico (Ape) per i lavoratori nati tra il 1951 e il 1955 è "uno dei tanti annunci di Matteo Renzi - ha detto il deputato M5S Luigi Di Maio a Di martedì su La 7 - in vista di un appuntamento elettorale".

Pensioni e flessibilità, il Movimento 5 stelle non si fida per niente del Governo Renzi

I pentastellati non sono per niente ottimisti sul lavoro che sta svolgendo l'esecutivo che ieri per la prima volta ha illustrato la propria proposta per la flessibilità in uscita dal lavoro alle organizzazioni sindacali che hanno incontrato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Nannicini e il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Giuliano Poletti.

"L'Anticipo Pensionistico - ha detto il sottosegretario Nannicini - è uno schema di intervento strutturale. Si parte con una fase sperimentale - ha spiegato - delle generazioni '51-'55". Solo annunci secondo il Movimento 5 stelle. "Siamo al sessantaseiesimo annuncio - ha detto il vice presidente della Camera dei Deputati - di riforma delle pensioni". Tra le proposte dei grillini in materia di riforma del sistema pensionistico più caldeggiate in questi mesi l'aumento delle pensioni minime e i tagli alle pensioni d'oro. Proposte che erano state formulate sotto forma di emendamenti sia alla legge di Stabilità 2016 che alla manovra del 2015 ma senza successo.

Previdenza, Furlan (Cisl): bene proposta esecutiva, no penalizzazioni su flessibilità

E mentre si accende lo scontro tra Pd e M5s si distende il clima del confronto sulla riforma pensioni tra governo e sindacati. Le parti sociali hanno "acquisito dal governo - ha detto il leader della Cisl commentando l'incontro di ieri - una cosa di non poco conto: non ci sarà una penalizzazione - ha spiegato Annamaria Furlan - per chi sceglie di andare in pensione prima, ma la restituzione di un prestito".

Quella del prestito pensionistico non è la soluzione ideale auspicata dai sindacati - che sollecitano anche la quota 41 per i lavoratori precoci, l'ottava salvaguardia esodati, più tutele per i lavoratori impegnati in lavori usuranti e la proroga dell'opzione donna fino al 2018 - ma può ritenersi comunque accettabile. "Deriva dalla necessità - ha spiegato la Furlan parlando dell'Anticipo Pensionistico con la formula del prestito ventennale - di non allargare le maglie della spesa pubblica, dando modo all'Europa - ha sottolineato - di fermare tutto".