Ritardi, bocciature, e soprattutto troppi posti vacanti che rimarranno scoperti all’inizio del nuovo anno scolastico: è questo l’ennesimo guazzabuglio in cui si ritrova invischiato il discusso concorso Scuola 2016. Se sarà flop questo sarà tanto clamoroso quanto dannoso, in un clima in cui governo e ministero provano a tirare dritto con decisione malgrado la china sempre più sottile. Nonostante le già note polemiche delle settimane scorse ad oggi, con metà dei dati degli ammessi agli orali ancora mancanti, il quadro si preannuncia niente affatto rassicurante.

Secondo le stime di TuttoScuola, all’inizio del nuovo anno scolastico infatti almeno 10.500 posti rimarranno senza vincitore.

Concorso scuola, rischio rinvio al 2017

Stando all’accurata analisi della rivista Tuttoscuola, uno dei dati più interessanti relativamente ai risultati del concorso scuola 2016 è che circa 315 delle complessive 800 procedure di concorso non riusciranno a essere ultimate in tempo utile per l’avvio del nuovo anno scolastico. L’ultimo giorno disponibile è infatti il 15 settembre, una data che molte regioni non riusciranno a rispettare: troppo poche ancora le classi di concorso di cui sono stati pubblicati i nomi dei vincitori (per lo più materie con pochi candidati o sostegno).

Malgrado l’esiguità dei tempi infatti la correzione delle prove sembra ancora essere in alto mare, con una netta separazione tra chi ha pubblicato i risultati entro il 15 agosto e di conseguenza potrà effettuare i colloqui orali tra fine mese e inizio settembre e tutti gli altri per cui si arriverebbe inevitabilmente a rimandare al 2017.

In cifre si parla come già detto di 315 classi da cui dipenderebbero le sorti di 101 mila candidati (su 175 mila).

Ritardi e troppe bocciature, a rischio 21mila cattedre

Quello del rinvio al prossimo anno è dunque un rischio concreto che rischia di smentire definitivamente la promessa di mettere in cattedra i nuovi assunti già dal presente anno scolastico.

Non sarà tuttavia solo colpa dei ritardi: complice della vacanza di posti infatti sarebbe anche l’insufficiente preparazione di molti candidati unita sicuramente a un’eccessiva severità delle prove (“un tentativo di decimazione più che un esame”, ha commentato lo storico Ernesto Galli della Loggia) che hanno portato a una percentuale di “rimandati” superiore al 55%. E c’è di peggio: secondo le proiezioni della rivista Tuttoscuola in ultima istanza i posti mancanti sarebbero circa 21mila, costringendo il MIUR a richiamare per le supplenze gli stessi insegnanti esclusi dal concorso: nonostante la cura Renzi-Giannini dunque la “supplentite” potrebbe avere una ricaduta.