Lo sottolineiamo da giorni: il ddl Cirinnà, il provvedimento che darebbe a coppie gay gli stessi diritti delle altre coppie e checonsentirebbe di adottare ilfiglio che il partner avesse avuto in precedenza (stepchild adoption), al Pd non piace. Non per pregiudizio, sia chiaro, ma perché, comunque andranno le cose, la maggioranza scontenterà una parte del proprio elettorato: se vince il Sì l'ala cattolica; se vince il No quella parte di nostalgici di sinistra che vedono nel PD il discendente del PCI. Gay.it nei giorni scorsi ha fatto emergere chi siano, e quanti, i senatori PD cui il ddl sulle unioni civili proprio non va giù.

Conti alla mano, i voti dei 5 Stelle sono determinanti ma potrebbero comunque non bastare.

Il centrodestra unito per il NO

Dopo la boutade di Alfano ("carcere per maternità surrogata"), tutto il centrodestra si è compattato per il No. Il che di per sé è già un guaio per il ddl Cirinnà: nemmeno i soci di Governo lo sosterranno e SEL in Senato semplicemente non c'è. Rimangono PD e M5S. Per i grillini il ddl sulle unioni civiliè già un ripiego e la loro proposta, cancellata in favore di quella della Cirinnà, era se possibile ancora più disponibileverso le richieste delle associazioni gay. Ma cosa succederebbe se alcuni articoli venissero modificati all'ultimo momento e annacquati?

M5S e la possibile trappola sulle unioni civili

Sondaggi alla mano, il PD non può permettersi di sacrificare altri voti sull'altare dei diritti. Se il Sì farebbe perdere consensi fra i cattolici (anche in Parlamento e in Senato), i No farebbero fuggire molti degli ultimi elettori di sinistra. Inoltre, con almeno venti senatori PD decisi a votare contro il ddl, il rischio di una magrissima figura (con la maggioranza di Governo che propende per il Sì, ma viene sconfitta dai suoi, roba da crisi di Governo!) è reale.

L'escamotage perfetto sarebbe quello di affossare il ddl sulle unioni civili incolpando i 5 Stelle. Sarebbe sufficiente apportare qualche sgradita modifica all'ultimo minuto per strombazzare a furor di giornali amici che i grillini hanno affondato il provvedimento. E' un film già visto: accadde lo stesso col ddl "Anticorruzione". Per chi le vuole intendere, le sirene in questo senso hanno già cominciato a suonare sui giornali di partito.