Questi 14, 15 e 16 luglio si è svolto a Reggio Emilia il "Politicamp", una tre giorni di discussioni e confronti promossa da Possibile, il movimento di Pippo Civati. E nella mattinata di questa domenica si è svolto il dibattito finale al quale hanno partecipato Nicola Fratoianni di sinistra Italiana, Roberto Speranza di MDP, oltre ovviamente a Pippo Civati che ha fatto l'intervento conclusivo. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.

'Il PD è finito perché ha voluto un capo a cui dire sempre sì'

Nel suo intervento, durato circa mezz'ora, Civati ha esordito dicendo: "Con orgoglio posso dire che in questi anni abbiamo fatto le scelte giuste, eravamo in una posizione di grande isolamento, mentre adesso si è riaperta la discussione politica in questo paese: per la prima volta dopo tanto tempo il dibattito pubblico non è fra le correnti del Pd ma invece è fuori dal PD.

Ci vuole pazienza e passione, ma si deve essere anche meno presuntuosi: l'ultimo che esce dal PD deve essere visto come il nostro primo elettore: non ci deve interessare quando l'ha fatto, così come non ci deve interessare perché qualcuno non vota più il M5S. Dobbiamo essere molto duri con quanto sta dicendo Di Maio sull'immigrazione, ma anche coi loro elettori in uscita dobbiamo essere aperti. Il PD è finito perché ha scelto di avere un capo a cui si deve dire sempre di sì, nonostante i continui cambiamenti di rotta e nonostante i tradimenti di quello che aveva votato chi nel 2013 aveva scelto il centrosinistra".

Parlando del dibattito in corso a sinistra verso le elezioni Civati ha detto: "Facciamo tutte le iniziative che vogliamo, ma dobbiamo fare un passo avanti.

Costruiamo una campagna culturale e un tessuto sociale nel paese. Non dobbiamo puntare ad avere un voto in più del 3% ma un voto in più degli altri. Quando è partito Corbyn tutti ridevano, ma poi abbiamo visto dov'è arrivato. Non sopporto più chi dice che la sinistra non c'è e che si divide: ma siamo davvero così peggiori degli altri?

Ma il punto è che non dobbiamo solo ricostruire la sinistra ma anche ricostruire la politica di questo paese".

'L'unico modo per cambiare il PD? Non votarlo più'

Tornando a parlare del PD di Renzi, Civati ha detto: "Il tema dei migranti era l'ultima cosa che differenziava il PD dalla destra, ma con l' "Aiutiamoli a casa loro" è caduta pure questa, perché per il resto aveva già fatto tutto il programma di Berlusconi: i licenziamenti, lo sblocca-Italia, le trivelle, la scuola etc.

Caduto anche il tema dell'immigrazione viene meno la politica e la possibilità di confrontarsi. Su quelle posizioni ci sta la destra, il PD e il M5S. Noi dobbiamo rappresentare quello che manca e i nostri valori. L'unico modo per cambiare il PD è non votarlo più, lo dico a Cuperlo che ostaggio e non riesce a liberarsi e lo dico a Emiliano affinché non faccia la stampella di Renzi. Dobbiamo deciderci da che parte stiamo: c'è il proporzionale e ognuno deve votare quello che preferisce".

'Serve una sola lista a sinistra, farne due sarebbe una tragedia senza senso: scriviamo manifesto tutti insieme'

Tornando sull'unità a sinistra, Civati ha precisato: "Non devono esserci due cantieri diversi e in competizione che perdono tempo a spiegare di essere l'uno un po' meglio dell'altro.

Ma serve un'unica strada nella quale tutti ci ritroviamo, facendo decidere programmi e candidature alla nostra gente. Ciò è stato fatto anche in diversi territori locali, con buoni risultati. Molti di noi, leader di diverse formazioni, ormai rilasciamo dichiarazioni e interviste che sembrano identiche: il dibattito a sinistra sembra come la Corazzata Potemkin, è una c..ata pazzesca continuare a parlarne. Dobbiamo smettere di perdere tempo, è molto tardi e siamo già in piena campagna elettorale". Prima di concludere: "Proviamo a costruire una forza grande che provi a vincere e non si limiti a sommare pezzi ma che provi a raccontare una storia diversa, io credo che se facciamo questo tutti insieme andremo lontano.

Adesso è il momento di giocare la partita, per favore non dividiamoci perché non lo capirebbe nessuno: se facciamo due liste andiamo verso una tragedia politica senza senso e nessuno saprebbe perché deve votare una lista anziché l'altra. Quindi da domani continuiamo a discutere fra noi ma mettiamoci anche a scrivere tutti insieme un manifesto per cambiare l'Italia, perché il nostro vero obiettivo non è unire la sinistra ma cambiare l'Italia".