In occasione dell' "Alternativa Festival", la prima festa di sinistra Italiana di Roma, in corso di svolgimento dal 13 al 23 luglio al Testaccio, Blasting News ha intervistato in esclusiva Nicola Fratoianni, segretario nazionale di SI. Ecco che cosa ci ha detto.

'Unità a sinistra è componente della credibilità di una proposta, ma serve cambio di rotta rispetto al passato'

Fratoianni, si parla soprattutto dopo la vostra Direzione nazionale della settimana scorsa di una lista unitaria a sinistra per le prossime Elezioni politiche, ma è realisticamente possibile?

"Intanto ci tengo a dire che qui a Roma stiamo facendo la nostra prima festa, un bellissimo momento per la nostra comunità, siamo nati da poco e voglio ringraziare il lavoro generosissimo dei compagni e delle compagne che hanno organizzato qualcosa di non scontato.

Venendo alla domanda: io credo che una lista unitaria a sinistra sia realizzabile e sia necessario lavorare a questo obiettivo. Penso che l'unità oggi sia una componente della credibilità di una proposta politica; però penso anche che affinché questo processo funzioni ha bisogno di configurarsi come una proposta coraggiosa sul piano dei contenuti, sul piano della piattaforma e del profilo politico e che sappia essere un netto e radicale alternativo cambio di rotta rispetto al passato. Non c'è spazio per i balbettii, per le ambiguità e per gli indugi. C'è bisogno di lanciarsi con coraggio in una direzione che è quella intrapresa da tempo da gran parte della sinistra in Europa e nel mondo: oggi bisogna chiudere con una stagione, quella della "terza via" e del Governo responsabile verso i mercati e non verso i bisogni dei cittadini.

Bisogna aprire la stagione del cambiamento".

'Si discuta con tutti per una sinistra che non si allei con Renzi e invece cambi i rapporti di forza nel paese'

Ma tutto questo è possibile farlo anche assieme a chi, ad esempio, non ha votato No sui nuovi voucher, o magari votò SI al referendum costituzionale?

"Io vorrei provare a discutere con tutti a partire da che cosa si fa domani e nel futuro.

Proviamo a fare a una lista che si candida a cancellare i voucher, anche quelli finti? Proviamo a reintrodurre l'articolo 18 e magari a estenderlo? Facciamo una lista che si candida per impedire che la prossima sia l'ennesima Legislatura "costituente" che vuol cambiare la Costituzione, anziché applicarla, come sarebbe invece necessario?

La discussione va fatta su questo piano e farla così significa impegnarsi a dire che il giorno dopo le elezioni non ci si può alleare con Matteo Renzi ma si fa un'altra scelta. Si deve provare a cambiare i rapporti di forza in questo paese".

In tutta sincerità, l'elettorato può avere fiducia in una sinistra che magari si presenta unità alle elezioni ma poi si divide in seguito? La stessa SEL in cui lei è stato eletto, in questi anni ha subito varie divisioni. Ci sono garanzie che ciò non accada di nuovo?

"Io sono entrato in Parlamento oltre quattro anni fa con un programma che provasse a cambiare l'Italia, non era forse il programma che avrei voluto ma all'epoca era coraggioso. Sono rimasto fedele a quel programma, ho votato Rodotà come presidente della Repubblica e sono ancora qui a fare l'opposizione prima a Letta, poi a Renzi e oggi a Gentiloni.

Non ho cambiato idea e non perché io sia uno incapace di cambiare, poiché a volte bisogna anche saper cambiare, ma si deve farlo solo quando ci sono le condizioni per farlo. Questa è una garanzia".

'Ecco cosa deve fare la sinistra nel prossimo autunno'

Comunque pare proprio che ormai si voterà nel 2018 e quindi vi è in mezzo un autunno che si prospetta caldo. Cosa deve fare nel frattempo la sinistra che lei ha in mente?

"Va fatta una lotta senza quartiere contro la disuguaglianza. Dobbiamo rimettere al centro la condizione materiale del paese. L'ISTAT ci dice che ormai 5 milioni di italiani sono sotto la soglia di povertà assoluta, 8 milioni sotto quella relativa e 12 milioni di persone non si curano più.

Questa è la gigantesca questione del Paese. Si riparte da qui provando a immaginare nuove idee per un'economia che abbia nella transizione ecologica il suo punto di riferimento e possa immaginare gli investimenti in cultura, istruzione e ricerca come fondamentali per adeguarci alle nuove forme che il mercato del lavoro assume. E che rimetta al centro il tema dei diritti generali contro gli interessi particolari".