Matteo Renzi è sempre più in difficoltà per il capitolo candidature per le Elezioni politiche 2018. L'idea sarebbe stata quella di presentare Maria Elena Boschi, l'ex Ministro per le Riforme del Governo a guida Renzi, nel sudtirolo e più precisamente nel collegio di Bolzano. Nel Partito SVP che sostiene i Dem e che è molto rappresentativo nella regione, non c'è affatto condivisione di intenti con il PD sulla questione dell'opzione riguardante Maria Elena Boschi. In particolare, si rileva che proprio la Boschi nel 2014 aveva fatto di tutto per chiedere addirittura che le autonomie speciali, compresa quella dell'Alto Adige, venissero cancellate.

Difficile pensare che i cittadini sudtirolesi si siano dimenticati di questa posizione politica mai smentita né rettificata.

Renzi non rischia la Boschi in Toscana

L'obiettivo primario dell'ex Premier è quello di salvare i fedelissimi della prima ora come Maria Elena Boschi. Il fallimento del referendum costituzionale ha portato uno strascico di disaffezione sia nei confronti di Matteo Renzi sia riguardo alla figura di Maria Elena Boschi. Candidare l'ex Ministro in Toscana sarebbe un rischio troppo grosso. Poco tempo fa si era parlato addirittura di Lucca, ma anche lì ci sono stati problemi con gli esponenti locali che hanno preferito figure più rappresentative del territorio provinciale. Il rischio evidentissimo è che la vicenda della banche e, in particolare, di Banca Etruria pesi come un macigno sulla credibilità della Boschi.

Meglio, dunque, fare una trattativa politica con un collegio lontano, sperando in un risultato elettorale svincolato dalla personalizzazione che c'è nel luogo di provenienza. Maria Elena Boschi, come tutti gli altri candidati, potrà essere salvata solo dal voto degli italiani. Con questo dettaglio abbastanza determinante prima o poi anche nel Partito Democratico dovranno fare seriamente i conti per evitare delusioni e risultati negativi.

Fatto sta che a Bolzano Maria Elena sembra proprio che non ce la vogliano.

Fibrillazione nel Partito Democratico di Matteo Renzi

La parola d'ordine è salvare il salvabile e, soprattutto, salvare la faccia dei big. I timori nel PD sono molti. La situazione potrebbe sbloccarsi internamente, con il classico tira e molla delle aree politiche del Partito che si conclude con un accordo.

Dare un messaggio di conservazione, proprio da parte di chi prometteva il cambiamento, sarebbe la cosa più sbagliata da fare. Quando gli elettori capiscono che si tratta soltanto di giochi di poltrone, molto spesso nel segreto dell'urna riservano sorprese che sarebbe meglio evitare. La riflessione nel Partito Democratico è ancora aperta, ma la fretta inizia a prendere il sopravvento, visto che la campagna elettorale è già iniziata su tutti i fronti e l'incertezza è uno dei nemici più pericolosi.