Le politiche ambientali urbane non sono state adeguatamente sviluppate e la situazione rimane molto compromessa al Sud: è questo l’esito dell’ultima indagine svolta da Legambiente e Ambiente Italia Ecosistema Urbano sui nostri 104 capoluoghi di provincia. Tra le città più virtuose emergono Venezia, Trento e Verbania. Il primato, però, è relativo perché queste non sono le più sostenibili ma le meno insostenibili. Rimane invece molto indietro la situazione di tutto il Mezzogiorno, soprattutto per quanto riguarda le città di Messina, Reggio Calabria e Vibo Valentia.

Le isole pedonali non aumentano, come nemmeno le zone a traffico limitato e le reti ciclabili urbane, mentre il trasporto pubblico è incapace di attirare nuova clientela. La bella notizia è che Venezia ha migliorato il sistema di depurazione di reflui urbani e la raccolta differenziata. Al secondo e al terzo posto in classifica ci sono Bologna e Genova mentre nella classifica generale delle città medie si trovano Bolzano, La Spezia, Parma e Perugia: rispetto alle grandi e alle piccole città quelle medie dimostrano una maggiore reattività.

Tra i piccoli centri abitati, invece, il premio di città più verde va a Verbania che è al top nella raccolta differenziata con il 72,1%. Per quanto riguarda le città che ottengono la maglia nera, come Messina, Vibo Valentia e Reggio Calabria, dimostrano una situazione disastrosa per i consumi idrici procapite altissimi, idem per la dispersione idrica e la raccolta differenziata che non decolla.

Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, spiega come possano essere proprio le città il fulcro del cambiamento dell’Italia intera, di un rinnovamento epocale perché possono rappresentare la volontà di uscire dalla crisi economica e dal declinio. È possibile un rinascimento urbano? Certo, ma bisogna che la politica nazionale si faccia più attiva in questa direzione, essendo inspensabile anche il coinvolgimento e la consapevolezza delle singole persone.