Basta pignoramenti ed aste giudiziarie per glianimali domestici. Lo dice la nuova legge sulla green economy (lg. 221/2015),entrata in vigore il 2 febbraio scorso. Grazie all’articolo 77, infatti, i nostri amici a quattro zampe (ma non solo), non correranno più ilrischio di finire in gabbia o al canilea causa dei debiti del loro proprietario.

La modifica al Codice di procedura civile

Èstato infatti deciso di inserire alcune specie di animalinell’articolo del Codice di procedura civile (art. 514) che stilal'elencodei 'beni mobili assolutamente impignorabili', al pari della fede nuziale, degli strumenti di lavoroo della corrispondenza privata.

La disposizione fa espresso riferimento agli ‘animali d’affezione e da compagnia tenuti presso la casa del debitore o negli altri luoghi a lui appartenenti (senza fini produttivi, alimentari o commerciali) e degli animali impiegati ai fini terapeutici o di assistenza del debitore, del coniuge, del convivente o dei figli’.

Non tutti glianimali sonouguali

Ma quali sono gli animali che possono essere considerati d’affezione o da compagnia? Sulla materia, già in precedenza erano state sollevate polemiche, soprattutto riferite all’esclusione del cavallo che non rientrava nell’elenco degli animali indicati come d’affezione della normativa in vigore. La questione può essere considerata superata dall'accordo siglatotra ministero della Salute e Regioni, in base al quale il criterio a cui bisogna fare riferimento per delimitare la categoria degli ‘impignorabili’ è la mancanza di finalità produttive o alimentari.

Erano stati in 120mila a firmare la campagna ‘giùlezampe’ che ha trovato, in Parlamento, il supporto trasversale di molti politici, a cominciare dagli onorevoli Ermete Realacci a Maria Vittoria Brambilla, fino ai ministri della Giustizia e dell’Ambiente. Una vittoria però soprattutto degli animali, riconosciuti come ‘esseri senzienti con una loro capacità relazionale ed emotiva’ come riconosciuto anche dal Trattato di Lisbona.