Una delle pinete più belle di tutta la Sicilia distrutta per sempre. Delle querce, dei pini e della macchia mediterranea che un tempo caratterizzava le colline dei fondovalle peloritani non rimane che un cumulo di cenere soffiata dal vento. Sono davvero impressionanti le conseguenze dei devastanti incendi, tutti di chiara matrice "dolosa", che da giorni devastano le colline sopra la città di Messina.

Ora, dopo aver affrontato l'emergenza incendi, la comunità messinese dovrà fare i conti, già dai prossimi mesi, con un'altra grave emergenza: quella legata al dissesto idrogeologico di un territorio ferito, molto fragile di suo per via della giovanissima morfologia dei Peloritani.

Montagne e colline da sempre esposte ai fenomeni erosivi, come frane, colate di fango e alluvioni. Ma oggi ancora più in pericolo per colpa della mano "criminale" dell'uomo.

Cancellando ogni tipo di vegetazione, dal versante sud del monte Ciccia fino ai popolosi rioni di Giostra e Annunziata, parliamo di oltre 2000 ettari di bosco, questi roghi ora rischiano di pregiudicare la stabilità di molti versanti durante l'arrivo delle piogge e dei temporali autunnali.

Ecco perché gli incendi possono favorire frane e alluvioni

Incendi di queste dimensioni, estesi su fronti che possono superare anche il chilometro di lunghezza, sprigionano una enorme quantità di calore, in grado di alterare la composizione chimica dei terreni.

Subito dopo l'incendio sul terreno si accumula un sottilissimo strato di cenere che lo rende di colpo "impermeabile". Incapace di assorbire l'acqua piovana.

Divenendo "impermeabile" in caso di forti precipitazioni le acque piovane, non potendo essere assorbite, tendono a scorrere superficialmente, favorendo l'insorgere di fenomeni erosivi che ne compromettono l'instabilità. L'effetto del ruscellamento delle acque piovane determina le condizioni ideali per la formazione di grossi smottamenti e colate di fango che scivolano verso valle.

Inoltre le radici bruciate degli alberi fa venire meno l'azione di ancoraggio fra la pianta e il terreno, instabilizzando quest'ultimo nel caso di nubifragi o fenomeni temporaleschi, generalmente responsabili di eventi precipitativi particolarmente violenti.

Se a ciò aggiungiamo la presenza di aree fortemente urbanizzate le conseguenze, in caso di fenomeni meteorologici davvero violenti, potrebbero essere disastrose.

Quella di Messina un'area ad alto potenziale alluvionale

Come ci riportano le cronache, sia quelle recenti che storiche, la città di Messina, oltre al grosso potenziale sismico, è particolarmente avvezza ai fenomeni alluvionali che una certa ciclicità si abbattono sul territorio peloritano. La presenza di oltre 60 torrenti su tutto il territorio cittadino, molti dei quali oggi coperti da strade, ne accresce notevolmente il rischio, vista anche la conformazione di molte vallate che caratterizzano il paesaggio messinese.

Già fin dai tempi della dominazione spagnola, quando quest'ultimi decisero di disboscare i Peloritani, anche tramite incendi, privandoli delle originarie foreste di leccio, la città ha dovuto fare i conti con gravi alluvionali che hanno mietuto enormi danni e tante vittime fra la popolazione.