La presenza del lupo è ancora oggetto di discussioni, e non solo tra gli allevatori e gli abitanti della Lessinia, del Trentino o della Val d’Aosta.

Le regioni esprimono pareri discordanti, perlopiù a sfavore del Piano di conservazione e gestione del lupo del Ministero dell’Ambiente, e questo soprattutto per ciò che riguarda la possibilità di effettuare un abbattimento controllato su questi animali.

E così, riguardo al 'Piano Lupo' è slittato il voto che il 6 dicembre avrebbe dovuto precedere quello finale della conferenza Stato - Regioni.

Sembra sia necessario approfondire ulteriormente la situazione ed acquisire nuovi dati al fine di trovare un accordo che avvicini posizioni tra loro molto divergenti.

Da un lato, le aree più a nord (veneto compreso), alle prese con i disturbi alle attività zootecniche e relativi indennizzi, si dimostrano per ora a favore di nuovi e più decisi provvedimenti, abbattimenti inclusi, ai quali invece quelle più a sud si dicono contrarie.

La nuova bozza del piano sui lupi fa discutere

La nuova bozza del Piano prevede che la decisione sugli eventuali abbattimenti possa essere rinviata di due anni ma nemmeno questo starebbe bene ad alcuni, come Verdi, M5S e numerose associazioni ambientaliste.

La caccia ai lupi era stata vietata in Italia nel 1971, quando ne era stata rilevata la quasi assoluta estinzione; ora il Ministero, con il testo del Piano, concederebbe la possibilità di abbattere singoli esemplari di lupi in modo strettamente regolamentato assicurando però che non c’è spazio per alcun tipo di caccia indiscriminata ma solo per un insieme di azioni mirate alla conservazione della specie e al mantenimento di una pacifica convivenza con l’uomo.

Solo l’Appennino registra sul suo suolo più di un migliaio di esemplari mentre sulle Alpi sembra se ne aggiri solo qualche centinaio; situazioni diverse, attività antropiche più o meno compatibili o un rapporto uomo-natura che in alcune zone si è affievolito più che in altre?

E se un possibile vuoto nella sua continuità si fosse creato proprio per la lunga latitanza di questi animali, risvegliando timori sepolti da tempo?

Staremo a vedere.

La situazione, come affermato da alcuni rappresentanti istituzionali, è in rapida evoluzione, così come il rapporto tra il montanaro moderno e il cane "antico": sì, perché secondo alcune recenti teorie scientifiche, sembra che molti anni di auto-domesticazione abbiano portato il lupo a divenire nientemeno che il migliore amico dell'uomo.