Il nome del nuovo progetto di Facebook è Climate Science Information Center. Si tratta di un hub che nascerà da una costola del colosso, con lo scopo di fermare il negazionismo sui cambiamenti climatici che impera tra la feed del network in tutto il mondo, fornendo notizie verificate sul riscaldamento globale.

Seguendo la strada intrapresa nel corso della pandemia di coronavirus, il colosso di Menlo Park, California, si è deciso a unire gli sforzi di studiosi e scienziati per fornire informazioni scientificamente fondate”. L'obiettivo sarà contrastare il sempre più influente avvento di fake news sul clima.

Gli effetti del surriscaldamento sotto agli occhi di tutti

Gli effetti del cambiamento climatico e relativo surriscaldamento del nostro pianeta, se prima venivano largamente ignorati dalla élite americana, tornano adesso a infuriare il dibattito nazionale. Ma forse non bastano gli incendi che hanno causato la devastazione di immense aree boschive e residenziali californiane: più di 119.000 persone evacuate.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rassicurato in questi ultimi giorni: “Il clima diventerà più freddo, state a vedere" proprio davanti a Wade Crowfoot, il capo della California Natural Resources Agency, che si occupa della salvaguardia dell'Ambiente nello stato Usa. "Vorrei che la scienza concordasse con lei", é stata la sua risposta.

Il bilancio al momento resta drammatico: intere aree residenziali rase al suolo con oltre 20.000 chilometri quadrati di terreno bruciati. Il numero di sfollati è già salito al mezzo milione nel solo stato dell’Oregon. E non finisce qui: la qualità dell’aria respirabile in quei luoghi é adesso tra le peggiori al mondo.

In concomitanza, Facebook annuncia la nascita del suo nuovo centro di informazioni scientifiche per il clima.

Obiettivo: salvare il pianeta

Il nuovo Climate Science Information Center, conferma Facebook, avrà d'ora in avanti l’arduo compito di connettere studiosi e accademici per distribuire una campagna in grado di chiudere una volta per tutte il circolo vizioso di notizie false, dei complottismi e dei negazionismi in materia di clima.

Seguirà così il nuovo mantra del gigante Social che, adottando simili misure con la recente infezione mondiale di Covid-19, ha già rimosso 7 milioni di notizie e catalogato circa 90 milioni di utenti come controversi. Ad ogni post ritenuto di parte e antiscientifica, verrà affiancata una informazione vera e scientificamente provata.

Nella battaglia climatica e nella sua corsa d’informazione è stato proprio Facebook ad essere però ripetutamente colpito dalle critiche. L’analisi dell'algoritmo e le eliminazioni dei post "bufala" sono stati più volte attaccati per essere apparentemente inefficienti.

La stragrande maggioranza di contenuti fake rimangono quasi sempre online assieme alla relativa possibilità di diventare virali e quindi distorcere la realtà dei fatti.

Il New York Times ha approfondito il tema nel suo articolo "Facebook Is Failing in Global Disinformation Fight, Says Former Worker".

Ovviamente i negazionisti e i propagatori di bufale sostengono che scelte come quella di Facebook siano una negazione della libertà, sostenendo che la piattaforma negherebbe il pluralismo d’opinione.

Da dove arriveranno le informazioni del Science Information Center?

I dati utilizzati dal colosso americano Facebook verranno presi direttamente dall’IPCC (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) fondato nel 1988 da i due più importanti organismi di controllo internazionale. Il primo è l’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente) fondato nel 1972 per contrastare i cambiamenti climatici.

Il secondo é l’OMM (Organizzazione meteorologica mondiale), l'organizzazione intergovernativa fondata nel 1873 ma stabilita in via definitiva negli anni ’50 dalle Nazioni Unite comprende 191 stati membri.

Non finisce qui: a prendere parte a queste collaborazioni saranno anche molte altre agenzie come ad esempio la agenzia federale statunitense NOAA. (Amministrazione nazionale oceanica ed atmosferica) con i loro studi recenti sulla dinamica atmosferica e sulle correnti marine oceaniche che possono influenzare il clima a larga scala.

I paesi che per primi sperimenteranno il nuovo hub di Facebook

Il progetto partirà naturalmente dagli Stati Uniti ma l’hub informativo oltrepasserà l’oceano fino a sbarcare in Europa.

Gran Bretagna, Germania e Francia saranno i primi paesi a sperimentare il progetto. Il portale sarà in seguito sviluppato per entrare in molti altri paesi europei, Italia compresa.

Zero emissioni entro il 2030

In tutto questo Facebook fa anche una promessa: azzerare le emissioni di C02 entro il 2030 prendendo in considerazione tutta filiera di fornitori, anche secondari, che dovranno allinearsi alle politiche di emissioni zero del colosso.