La crisi energetica e l’aumento del costo del gas ci portano a escogitare alcuni trucchetti per cercare di risparmiare qualche euro sulla bolletta. Tra le tante idee, che nell’ultimo periodo hanno fatto anche discutere, c’è quella proposta dal premio Nobel per la fisica Giorgio Parisi, ovvero la cottura passiva: cuocere la pasta con il fuoco spento, una volta che l’acqua ha raggiunto l’ebollizione. È un metodo di cottura che non va d’accordo con la tipica tradizione culinaria italiana, che vuole che la pasta venga cotta solamente con l’acqua costantemente a 100 gradi, ma che potrebbe consentire di ottenere allo stesso tempo una buona pasta e un notevole risparmio energetico.
È un metodo di cottura che può essere usato anche per cuocere riso, zuppe e minestre.
Perché la pasta cuoce bene anche a fuoco spento?
In realtà la Scienza, in diverse occasioni, ha già trattato l’argomento. Dario Bressanini, chimico e divulgatore scientifico, ha affrontato il tema sul suo blog, puntualizzando che la cottura della pasta non dipende dal fatto che l’acqua stia bollendo, ma dalla temperatura che l’acqua stessa raggiunge.
Secondo alcune teorie, la pasta può cuocere anche a 80 gradi, basta solamente aggiungere un po’ di acqua in più per aumentare l’idratazione, visto che cuoce più lentamente.
Come si cucina la pasta con il gas spento?
Per cuocere la pasta con il fornello spento mettete abbondante acqua in una pentola e portatela a ebollizione.
Per risparmiare sul gas, durante questa fase, è fondamentale usare il coperchio.
Raggiunta l’ebollizione basta aggiungere il sale e la pasta (per una cottura perfetta sarebbe preferibile scegliere della pasta corta). Mescolate il tutto per una ventina di secondi, per evitare che la pasta si attacchi, coprite con il coperchio e spegnete il gas.
Lasciate cuocere la pasta, aggiungendo al tempo di cottura indicato nella confezione circa uno/due minuti. Raggiunto il tempo limite scolate la pasta e conditela a piacere.
Si può anche scegliere un metodo di cottura ancora più alternativo, ovvero buttate il sale e la pasta quando l’acqua ha raggiunto la temperatura di 80 gradi (in questo caso è fondamentale avere a disposizione un termometro da cucina).
Dopodiché mettete nuovamente il coperchio, attendete che l’acqua raggiunga l’ebollizione e successivamente spegnete il fuoco, togliendo dal tempo di cottura i minuti intercorsi dal momento in cui è stata buttata la pasta fino al raggiungimento dell’ebollizione dell’acqua.
Quanto si risparmia cuocendo la pasta con il gas spento?
Ma quanta energia si risparmia cucinando la pasta con la pentola spenta? Secondo uno studio promosso dai Pastai italiani di Unione Italiana Food nell’ambito del progetto #PastaDiscovery, il risparmio di emissioni di Co2 e di energia si aggira intorno al 47%. Visto che in Italia c’è un consumo pro-capite di circa 24 chilogrammi di pasta, ogni italiano potrebbe arrivare a risparmiare all’anno circa 45 chilowattora, 69 litri d’acqua e 13 chili di Co2.