L'addio di Antonio Conte è stato - per dirla con le parole di Gigi Buffon - un fulmine a ciel sereno in casa Juventus. Una notizia bomba esplosa ieri nel tardo pomeriggio, che ha lasciato tutti di stucco. Certo, i dissapori tra l'allenatore leccese e la società bianconera non erano mai stati del tutto celati. Già a partire dall'estate scorsa, quando Conte manifestò dei dubbi sul mercato in uscita della Vecchia Signora. Poi la nuova delusione in Champions, non assopitasi col terzo scudetto vinto. Poi le difficoltà di un accordo sul rinnovo e i dubbi sul mercato hanno fatto il resto.

E c'è già chi parla di Nazionale. Eppure la Juventus sul mercato non stava a guardare: vengono dati per certi Evra e il talento madrileno Morata.

Ma vediamo nel dettaglio le motivazioni che hanno spinto Conte alla sua clamorosa scelta. Intanto, come detto, la delusione in Europa, che Conte ha lasciato trapelare tra le righe del suo comunicato stampa diramato ieri: "C'è stato un percorso in cui ho maturato delle percezioni che poi mi hanno portato a queste decisione. Vincere è prima di tutto difficile e comporta tanta fatica, è inevitabile che in una società così gloriosa c'è l'obbligo della vittoria, e può essere più faticoso che in altre parti."

Probabilmente qui il tecnico leccese fa riferimento ai malumori societari per l'ennesima delusione in Champions della scorsa stagione.

La Juventus, come ricorderete, non riuscì a superare neppure il girone, sconfitta in quella tormentata sfida (anche per motivi metereologici) contro il Galatasaray (1 a 0 gol di Sneijder) allenato da Mancini. Poi l'eliminazione in semifinale di Europa league contro il Benfica. Torneo sulla carta alla portata dei bianconeri.

Evidentemente a Conte non sono andate giù alcune esternazioni deluse del Patron Agnelli.

Poi c'è la questione rinnovo, anche legata alla prima motivazione: il contratto di Conte scade il 30 giugno 2015 e Beppe Marotta gli aveva offerto un prolungamento fino al 2017 a 5 milioni di euro a stagione. Una proposta rifiutata dal tecnico, anche per le perplessità sul mercato programmato dai vertici societari.

Infine, il terzo motivo: Arturo Vidal, giocatore cileno che l'allenatore vorrebbe trattenere a tutti i costi perché considerato fondamentale per il centrocampo bianconero, ma che pare essere la vittima sacrificale (destinazione probabile Manchester United) per racimolare il tesoretto necessario a finanziare il mercato in entrata.

Intanto già circolano i nomi per la successione. Su tutti Roberto Mancini e Luciano Spalletti, i quali però sono soliti percepire un lauto stipendio; fattore che potrebbe portare alla loro esclusione dalla lizza. Oltretutto, la Juventus deve anche superare "la concorrenza" della Nazionale, anch'essa in cerca di guide.