Da Madrid a Roma passando per la Via Emilia. A viaggiare in maniera virtuale, rapida e spedita sulle migliaia di chilometri che separano le due capitali europee sono le parole di Carlo Ancelotti, ospite lunedì mattina del programma Radio Anch'io Sport trasmesso sulle onde medie di Radiouno.



L'allenatore del Real Madrid, ex PSG, Chelsea, Juve, Milan e Parma, ha risposto per una ventina di minuti alla lunga serie di domande degli ospiti in studio, cominciando dalle merengues che saranno impegnate in casa al Bernabeu mercoledì sera nel derby madrileno di Champions League contro l'Atletico Madrid.

"Non sono preoccupato, ma bisogna trovare le soluzioni alle assenze, in particolare a quella di Bale, a cui faremo i dovuti esami per poi decidere". E continua: "L'Atletico non cambierà in trasferta il suo modo di giocare, ma il Bernabeu potrà darci una mano".



E sul momento delle merengues in campionato: "La squadra è buona, abbiamo avuto una flessione verso febbraio legata agli infortuni di Ramos e Modric. In generale la squadra sta bene, stiamo lottando per il campionato e speriamo di essere competitivi fino alla fine nella Coppa dei Campioni".



La décima vinta, secondo posto in campionato, avanti in Champions, ma la tifoseria madrilena non pare essere soddisfatta, anche se adotta reazioni differenti rispetto a quanto avviene in Italia: "La contestazione al Real si limita soltanto a fischi e contestazione al gioco della squadra, non esistono più cose legate ad ultrà e striscioni, grazie al lavoro della società svolto negli ultimi due anni.

Il pubblico è molto esigenze, ma è tutt'altro tipo di reazione rispetto a quello che si legge sui giornali italiani. Non è possibile che i giocatori siano ostaggi di calciatori enza cervello".



Da allenatore vincente nei vari campionati ed in Champions League, non poteva mancare una domanda sul segreto della forza dei suoi gruppi di lavoro.

"Cerco di creare una bella relazione con i giocatori, perché questa relazione che si viene a creare è la chiave di ogni vittoria. Vi sono molte pressioni addosso, ma la relazione con loro è ciò che conta di più ed è l'unica cosa che puoi controllare. Per crearla, uno dev'essere se stesso nel rapporto interpersonale. È importante mantenere la coerenza coi giocatori ed affrontare tutti alla stessa maniera perché tutti valgono allo stesso modo". 



Un pensiero ad un giocatore del presente, Verratti, definito il nuovo Pirlo, e ad uno del passato, Inzaghi: "Fa parte della storia del Milan, il quale ha preso il rischio scegliendo un allenatore con poca esperienza.

Questo è un anno di transizione, spero che la società possa continuare con Inzaghi".

E l'ultimo sulla Juve: "La Juve è un'avversaria come tutte le altre, sarebbe un'avversaria difficile e competitiva. La squadra ha fatto una buona partita di andata e può arrivare tra le migliori 4".