La penultima giornata di Serie A ha certificato laqualificazione del Genoa per la prossima Europa League. Il risultato èsub-judice anche se a livello mediatico non sembrerebbe. Tradotto, per citareIlaria D’Amico: “Il Genoa non otterrà la licenza Uefa”. Tesi sposata da MarioSconcerti che, a Terzo Tempo, ha argomentato il sicuro diniego paragonando lasituazione del Genoa a una multa per divieto di sosta non pagata. Scaduto iltermine hai sempre torto.
Si dice che per affermare il falso basta poco mentre perristabilire la verità occorrono fiumi di parole.
Il navigato giornalistatoscano ha infatti liquidato la questione in pochi secondi archiviando una situazioneche, a prescindere dall’esito, non può definirsi scontata. Infatti era vero ilsuo assunto per quanto concerneva i primi due gradi dinanzi alla Figc (come giàspiegato) con un approccio meramente notarile dove ci si limita a confrontarela documentazione presentata, coi rigidi parametri Uefa.
Il terzo grado, quello che si celebrerà in settimana,consiste in quello che giuridicamente si chiama “arbitrato”. Tradotto, il Genoae la Figc si troveranno dinanzi all’Alta Corte del Coni dove si entrerà nelmerito della situazione debitoria e patrimoniale della Società. Ecco perchè l’esempiodi Sconcerti valeva per i primi due gradi, non per questo; meno ancora vale lacertezza lapidaria di Ilaria D’Amico (Sky Calcio Show) convinta che la settimaprenderà il posto del Genoa, sicuramente escluso.
Eppure alcuni giorni fa l’avvocato del Genoa, MattiaGrassani non l’ultimo arrivato, ha illustrato a Tuttomercatoweb.com le ragionidella Società e un dilemma giuridico: Grassani è partito dall’assunto che, allostato attuale, i conti della Società Genoa sono in ordine (del resto l’abbattimentodegli ingaggi parte da lontano e la squadra attuale è “low cost”) e dal puntodi vista sostanziale non ci sono ragioni per negarle la licenza Uefa.
Resta l’inghippoformale della tempistica, ha sottolineato Grassani che ha posto la questione inmaniera netta: prevarrà il formalismo oppure gli argomenti oggettivi (compresii quattro milioni transati con società estere e la ricapitalizzazione per 26milioni) che la Società produrrà, saranno ritenuti dalla Corte sufficienti persuperare l’ostacolo formale?
Una situazione dinanzi alla quale, al di fuori dell'ambitosportivo, ci si dovrebbe attenere a una certa prudenza se non altro in onoredel tanto sbandierato garantismo. D’accordo che la Giustizia Sportiva èsommaria per definizione, tuttavia un arbitrato previsto dalla stessalegislazione che esclude al momento il Genoa, andrebbe affrontato a livellomediatico con almeno un po’ di rispetto. Col Genoa si confronteranno la Figc ei rispettivi arbitri di parte. Un procedimento serio che non può essere né ignoratoné duribricato come atto notarile, semplicemente perché tale non è e nulla didefinitivo si può dire.
Comunque andrà a finire – le chance per il Grifone restanolimitate ma esistono – merita un plauso l’atteggiamento di chi, benchéavversario da sempre del Genoa, non dimentica l’importanza del campo.
Il riferimentoè a Sinisa Mihailovic che, nel dopo partita di Empoli-Samp, ha preferito renderemerito al Genoa in quanto per lui “conta solo il campo”. Ecco, anche il campo(se sorretto da altre ragioni oggettive) rappresenta un argomento che il Conidovrà soppesare prima di deliberare ed escludere – eventualmente – una dellesquadre più “europee” del nostro calcio.