Dopo il clamore suscitato in seguito agli arresti dell'intera dirigenza del Catania Calcio, si aggrava la posizione delle persone coinvolte nell'indagine, oltre che dello stesso club etneo che a questo punto rischia di retrocedere comunque in Lega Pro. Questa mattina infatti è stato sentito dagli inquirenti l'ex presidente ora dimissionario Antonino Pulvirenti, il quale ha praticamente ammesso di aver comprato le partite necessarie per ottenere quei punti necessari alla sua squadra per evitare di retrocedere nella ex-Serie C, cosa che sarebbe stata un disastro sportivo per una città ormai abituata a frequentare palcoscenici ben più importanti, ma anche economico visto che la società sul mercato di gennaio aveva operato investimenti molto onerosi per mettere sotto contratto giocatori importanti in grado di riportare il Catania in una posizione di classifica per giocarsi la promozione in Serie A.

"Ho pagato per vincere le partite"

Dopo l'arresto dello scorso 23 giugno 2015, Pulvirenti sosteneva di essere estraneo alla vicenda e convinto di poter chiarire la sua posizione. A distanza di sei giorni tuttavia, la situazione sembra completamente diversa, tanto che il Procuratore Giovanni Salvi, dopo l'interrogatorio, in una dichiarazione alla stampa ha affermato che l'ex presidente del Catania ha comprato le cinque gare finite al centro dell'inchiesta per una cifra di 100.000 Euro per ogni incontro, anche se ha poi precisato di non aver scommesso sulle gare della squadra.

Le partite incriminate

Le cinque gare finite sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti sono quelle disputate tra il 2 Aprile e il 2 Maggio, contro Varese, Trapani, Latina, Ternana e Livorno quest'ultima terminata con il risultato di 1-1 in quanto al 95' un difensore del Catania commise un ingenuo fallo da rigore con la sua squadra in vantaggio per 1-0.

Questo filotto di risultati consecutivi consentì ai rosso azzurri una clamorosa risalita in classifica tanto che si parlava di un ipotesi play-off poi sfumati nelle ultime gare di campionato. Nel mirino dei magistrati c'è anche una sesta gara, vinta anche quella contro l'Avellino il 19 marzo 2015.

Conseguenze sul piano sportivo

Con l'ammissione delle combine, la situazione si fa durissima dal punto di vista sportivo in quanto la retrocessione evitata sul campo non potrà essere evitata dal processo sportivo nei confronti della società.

Con l'accusa di illecito sportivo, la condanna è quella della retrocessione in categoria inferiore oltre ad una pesante ammenda e con ogni probabilità la penalizzazione in classifica da scontare nel campionato successivo