In principio furono Branco e Skuhravy, poi quasi il nulla fino all’era Preziosi, quando Genoa-Juventus è tornata ad essere una sfida che, benché ad armi impari per definizione, non è più destinata a ridursi a una semplice pratica per i bianconeri. Ripercorriamo alcune delle tappe più significative dell’ultimo quarto di secolo per il Grifone, nei suoi incroci con la Vecchia Signora, in attesa della sfida di domani.

Gli anni '90: Branco, Skuhravy e il supergoal di Bortolazzi, fino a Galante

Il 1990/91 è ricordato ancora oggi dai genoani per tante ragioni.

Una di queste risiede nell’aver battuto la Juventus sia all’andata che al ritorno: Skuhravy decisivo a Torino; ancora il ceco nella gara di ritorno, oltre alla celebre punizione di Branco con le “tre dita” al Ferraris, per l’approdo in Uefa della truppa di Bagnoli. “Tempio” amico del Grifone contro la Juve anche l’anno seguente, nella vittoria per 2-1 di cui si ricorda un gran goal di Bortolazzi da metà campo (non su punizione) dopo il pareggio di Aguilera. A Torino, la gara terminò 3-0 per la Juve. Nelle successive tre stagioni, dal 1992 al ’95, il Genoa strapperà alla Juve soltanto due pareggi, rimediando quattro sconfitte compresi due 4-0, uno dei quali in casa (94/95). I pareggi, tuttavia, saranno ricordati a lungo, specialmente uno: 31 esima giornata del campionato 94/95, a Torino i bianconeri sono avanti grazie a un goal di Ravanelli quando, nei minuti finali, Galante realizzerà uno dei goal fantasma più famosi del nostro calcio.

Punto che non eviterà la retrocessione dei liguri a fine stagione, dopo lo spareggio di Firenze col Padova. Curiosità: Galante aveva realizzato nei minuti finali al Ferraris (93/94) il goal che pareggiò il vantaggio bianconero firmato Alex Del Piero.

Gli anni 2000: da Juric a Granqvist fino ad Antonini

Dopo undici anni senza incroci, Genoa e Juve si ritrovarono in quella che è ricordata come la serie B più competitiva di sempre.

A fine stagione, entrambe salirono in A col Napoli, senza passare per i Play Off per un caso ancora unico nella storia. A Torino la Juve si impose per 3-1, mentre la gara del Ferraris fu entusiasmante e avvolta in un clima da bolgia. Finì 1-1, coi Rossoblu capaci di rimontare l’iniziale svantaggio grazie all’unico goal con la maglia del Grifone di Ivan Juric.

Quella sera (celebre anche per l’espulsione di Nedved) l’errore di Adailton dal dischetto iniziò una maledizione dagli undici metri contro i bianconeri, rinnovata da Calaiò negli anni successivi.

Dopo le due sconfitte nel successivo torneo di A, il Genoa di Milito e Motta regalò una serata ancora oggi indimenticabile per i tifosi genoani, col 3-2 firmato Palladino dopo cavalcata di Rossi sotto la Nord. All’andata a Torino la gara fu senza storia, 4-1 Juve. Anche l’anno successivo fu foriero di sfide epiche: 3-2 Juve a Torino, spettacolare 2-2 al Ferraris con acuti Rossoblu di Mesto e Crespo. Nonostante annate non eccelse, il Genoa continuò anche l’anno successivo, 2011/12, a sorridere coi bianconeri: due pareggi di cui uno 0-0 in casa e un pirotecnico 2-2 a Torino con reti di Rossi e Caracciolo.

Nel 2012/13, al Ferraris la Juve passeggiò, ma al ritorno, il Genoa di Ballardini, rinforzato a gennaio, pareggiò con Borriello nella gara famosa per il presunto mani di Granqvist in area allo scadere, non visto da Guida. Dopo le sconfitte nel 2013/14, il Genoa ritrovò una grande serata al Ferraris (1-0 Juve a Torino) grazie alla rete (di squadra) messa a segno da Antonini, ancora allo scadere. E domani la storia continua, al Ferraris.