Domenica alle ore 15 andrà in scena al "Ferraris" il match tra Genoa e Juventus. I padroni di casa saranno il banco di prova per potercapire dove sta la verità bianconera, se più nei pressi dei passi falsi delle prime tre giornate oppure più vicina all'impresa di Manchester.
Corsi e ricorsi storici
Si è parlato molto nelle scorse settimane del fatto che la Vecchia Signora non avesse mai perso le prime due partite di campionato e di come nessuna squadra nella storia della serie A sia riuscita poi ad aggiudicarsi il trofeo dopo un simile inizio. A far sperare i tifosi bianconeri, però, potrebbe venire in aiuto un altro ricorso: l'ultima volta che la Juventus ha vinto in quel di Manchester nella fase a gironi è stata nella stagione 1996/97 quando la squadra di Lippi seppe imporsi all'Old Trafford per 1-0.
Fu quello l'anno del ventiquattresimo scudetto e della seconda finale di Champions consecutiva del favoloso trittico 1996-1998.
Allegri per scacciare definitivamente via ogni critica
Max Allegri, uno di quelli a cui più è stata buttata addosso la croce in questi giorni, soprattutto da parte degli juventini stessi (gli inguaribili nostalgici di Conte), ora si trova davanti alla porta che, se aperta, significherebbe probabilmente il definitivo rilancio delle ambizioni bianconere. Per questo il tecnico livornese non sta lasciando nulla al caso: nella giornata di ieri ha riprovato il 4-3-3 che ha fatto le fortune di Manchester, ma si è concentrato anche su un inedito 4-4-2, che potrebbe prevedere il doppio treno Evra-Alex Sandro da una parte e Lichtsteiner-Cuadrado dall'altra (anche se salgono le quotazioni di Caceres), per rifornire adeguatamente il duo Morata-Mandzukic.
Tuttavia sono tanti i dubbi di formazione, dettati e dall'influenza che ha colpito Pogba e dalla necessaria gestione della rosa, nelle forze e nella valorizzazione dei singoli, vedasi Dybala, grande crack del mercato estivo e che rischia di essere un po' trascurato nel nuovo assetto tattico,
Pogba da dieci: è il momento di dare continuità
Altro tema su cui si sono spesi fiumi di parole riguarda il ruolo di leader affidato a Pogba.
È indiscutibile che il francese abbia patito la nuova posizione all'interno dell'ambiente bianconero, com'è anche giusto che sia considerata la sua giovane età. Ciò l'ha portato a tentare di strafare in questo inizio di campionato,ilche ha avuto l'effetto opposto, innervosendolo e impedendogli di mostrare le sue straordinarie qualità.
A Manchester abbiamo visto, invece, un Pogba più tranquillo, autorevole a centrocampo, ancora un po' acerbo nel tentare alcune giocate, ma decisivo nelle due fasi. Sicuramente riuscirà con il passare del tempo ad indossare il vestito di leader checalzaa pennello a qualcuno con le sue doti e in questo sarà aiutato nell'avere in squadra tanti giocatori di personalità, su tutti Buffon, uno che è il carisma fatto persona ed è in grado di trascinare i compagni con la sola presenza.