Inter nuovamente accusata di aver dato in passato sostanze ai proprio calciatori, oggi ritenute illegali. Accuse che fanno doppiamente clamore, tanto per la notizia in sé quanto perché arrivano da bandiere del passato. Dunque, non certo "meteore' delle quali non si è sentito parlare più e in cerca di pubblicità. E all'Inter ce ne sono state tante, soprattutto straniere. Come tante sono state d'altronde le bandiere. E la nuova accusa, dopo il caso Bergomi, arriva da Sandro Mazzola. Campione indimenticato dei nerazzurri, il quale, intervistato da Walter Veltroni per la rubrica che sta curando su Il Corriere dello Sport, prende spunto dalla morte del fratello Ferruccio per lanciare un clamoroso sospetto sulla Beneamata di cui ha fatto gloriosamente parte.

Vediamo i particolari.

Ci davano un caffè con anfetamina

Interpellato da Veltroni – ex Segretario del Pd, giornalista e grande appassionato di calcio – sulla morte del fratello Ferruccio avvenuta due anni fa, ammette 'strani giri' di sostanze negli spogliatoi. Infatti, Ferruccio Mazzola diverso tempo fa aveva già denunciato in un suo libro dal titolo 'Il terzo incomodo' quanto accadeva all'Inter ai tempi del grande 'mago' Herrera: "Ho visto Herrera dare pasticche da mettere sotto la lingua". All'indomani di quelle dichiarazioni, Sandro si era anche indignato, arrivando alla clamorosa decisione di non rivolgergli più la parola. Ma ora ammette che sono cose vere e che in campo aveva ''fortissimi giramenti di testa''.

La colpa sarebbe di uno 'strano' caffè corretto con anfetamine distribuito da Herrera, al fine di aumentare le prestazioni atletiche dei suoi calciatori. Quando Sandro Mazzola si recò dal medico, gli impose di fermarsi almeno sei mesi, perché dalle analisi era emerso che aveva problemi grossi. Herrera però si oppose a quel lungo stop.

Il precedente di Bergomi

A intervallare le accuse dei fratelli Mazzola ci sono anche quelle di un'altra bandiera nerazzurra, in tempi più recenti: Giuseppe Bergomi. Al margine di un convegno proprio su doping e giovani, anche lo 'Zio' ha ammesso che da giovane la società interista dava loro strane sostanze, delle quali non conosceva la provenienza e gli effetti. E si sente preoccupato per questo. 'Dico che magari alcune sostanze che adesso sono doping, quando ho iniziato si potevano assumere'. Rassicurando comunque tutti che ora sta bene.