In Coppa Italia è iniziato e in Coppa Italia, quasi dieci anni dopo, rischia di terminare almeno nell’idem sentire il ‘gasperinismo’. Tutti ancora ricordano quel Genoa-Fiorentina deciso in una notte d’agosto da Greco, per un Grifone pronto a riemergere dall’abisso post 2005. Ora tutti ricorderanno Genoa-Alessandria, la definitiva rottura del giocattolo in una notte che ha affossato le residue certezze su cui poggiava un Grifone inadeguato per stare in una massima serie.

Errori in attacco, regali in difesa

L’Alessandria guida la Lega Pro girone A, la serie C e oggi il Genoa, reduce da tre sconfitte consecutive di cui due al Ferraris con Carpi e Bologna ha perso in casa contro una squadra di terza serie, in dieci per un infortunio a cambi esauriti nella fase più massacrante del match: gli ultimi dieci minuti e i supplementari.

Il Genoa dopo un primo tempo misero e una ripresa iniziata con la sberla del vantaggio alessandrino con Marras, ha dovuto fare ricorso a Perotti che, nelle intenzioni iniziali, non avrebbe dovuto giocare. Il 10 ha illuminato ma se il portiere avversario, Vannucchi, è apparso un fenomeno è soprattutto per la cronica incapacità dei genoani a segnare, eccezion fatta per quel Pavoletti che, anche se meno brillante e concreto del solito ha comunque timbrato a tempo scaduto. C’è poco da dire sui ripetuti errori sotto porta di Pandev, Gakpè, di Figueras, Perotti o di un Lazovic che ha sulla coscienza la palla che almeno avrebbe portato la gara ai rigori, dopo la rete regalata al grigio Bocalon dal capitano genoano, Burdisso, in coppia con un’altra presunta certezza, Ansaldi.

Il tutto al termine di supplementari in cui i grigi hanno avuto quattro palle goal in 10 contro 11. Insomma oggi sembrava l’anticipo di un infrasettimanale di serie B e così’ sarà se a gennaio non sarà posto rimedio.

Pandev un ex, Gasperini al capolinea?

Tornando all’umiliazione di stasera, si capisce perfettamente perché Gasperini abbia fino a oggi insistito con Costa titolare, dato che fra Tachtsidis e Ntcham le prestazioni di una mediana già priva di Dzemaili sono a livelli da codice rosso.

Il solo Rincon non può cantare e portare la croce, idem per un Laxalt che assieme al venezuelano è la sola certezza non scalfita dallo schiaffo – l’ennesimo – che i genoani ricevono negli ultimi anni dalla Coppa Italia. Quella che per Preziosi e Pandev in estate era la porta secondaria per accedere in Europa. Già, Pandev, protagonista di un primo tempo dove si è palesata l’eclissi di un calciatore che ad oggi farebbe fatica anche nella Nazionale Cantanti.

Gasperini è l’ultimo responsabile di una situazione sportivamente disperata, con alle porte la partita proibitiva dell’Olimpico con la Roma e il Derby dell’Epifania. Resta però da domandarsi se sia il caso di proseguire con lui e rischiare di affossare assieme alle sue idee o se per il Genoa non sia meglio battere altre strade. Al di là dei nomi dei possibili successori, è chiaro che il ‘gasperinismo’ è venuto meno innanzitutto in ciò che resta del gruppo del sesto posto. Basta guardare i giocatori negli occhi e capire che forse, a meno di disgrazie altrui, senza interventi seri l’anno prossimo Genoa-Alessandria sarà partita di campionato di serie B se i grigi saliranno. Tutte ragioni per cui appare perfino di troppo lamentarsi per un arbitraggio di Banti come sempre discutibile per i genoani, con almeno un rigore e una punizione dal limite non assegnate al Grifone. Ma stasera parlare di Banti sarebbe stucchevole.