Normalizzatore? No grazie. Stefano Pioli, durante la presentazione alla stampa ad Appiano, non vuole sentirsi chiamare in questo modo: “L’Inter non vuole la normalità, vuole di più – spiega l’allenatore – abbiamo un potenziale importante che va sfruttato”. E così il “potenziatore” fa il suo ingresso nel pazzo mondo nerazzurro con le idee chiare su cosa fare per uscire dalla crisi che ha portato alla cacciata di Frank de Boer.

L’Inter di Pioli, cosa cambia

Innanzitutto per il neo-allenatore dei nerazzurri è fondamentale cominciare a ragionare da squadra: ciascuno deve mettersi al servizio dell’Inter, non contando solamente sul proprio talento.

Il gruppo che immagina Pioli deve avere passione e riuscire a giocare col cuore in mano, sfruttando al meglio l’energia dei tifosi che continuano a seguire i nerazzurri, primatisti per gli incassi del campionato nelle partite a San Siro. Così si può arrivare perfino a raggiungere quello che era l’obiettivo agognato a inizio stagione: un posto in Champions League. C’è tutto il tempo necessario: Pioli ricorda a proposito cosa accadeva esattamente un anno fa, con l’Inter prima in classifica e la Juventus ancora lontana dalla vetta. Comunque saranno fondamentali per definire i traguardi gli otto incontri che dal 20 novembre fino a Natale impegneranno la formazione.

Pioli non si sbilancia sul modulo: la sua idea è che nel calcio non esista un sistema vincente; contano piuttosto le interpretazioni e gli atteggiamenti.

Quel che è certo è che, almeno inizialmente non cambierà troppo e che sfrutterà la pausa delle nazionali per conoscere meglio i giocatori e valutare l’eventuale esistenza di quelle carenze nella preparazione atletica che sono state l’alibi per molti in passato. Attenzione anche ai problemi riscontrati in difesa: secondo Pioli tutte e due fasi di gioco dipendono dalla squadra; quindi bisognerà cercare di essere meno passivi nelle fasi di non possesso palla.

Un lavoro completo andrà fatto anche sulle palle inattive e le fasi di transizione, in cui sono emerse forti carenze.

I giocatori su cui puntare

Pioli si sofferma anche su alcuni giocatori, partendo da Candreva, con cui si dice che i rapporti siano deteriorati sin dai tempi della Lazio. “Siamo due professionisti – precisa – in passato l’ho sempre stimolato, da lui mi aspetto tanto”.

L’attacco non è solo Icardi; l’obiettivo sarà portare anche gli altri a segnare, riuscendo ad occupare meglio l’area e riducendo i tempi della manovra. Quindi c’è spazio anche per il sottoutilizzato Gabigol: non ci sono preferenze e l’ampia rosa va sfruttata.

Altra spina nel fianco dei tifosi è l’assenza di un regista: Pioli però dà maggiore importanza alla mentalità e alle posizioni sul campo. All’Inter non serve un unico giocatore che fa muovere palla, ma più soluzioni, per rendere la manovra fluida, veloce e non prevedibile. L’allenatore non ama far distinzioni sui ruoli: i giocatori si dividono intelligenti o poco intelligenti.

Infine – dopo aver rivendicato la scelta di chiamare Walter Samuel a lavorare direttamente con la squadra per gestire il gruppo sul campo e aver presentato il suo gruppo di lavoro – Pioli spende qualche parola anche su Giovanni Trapattoni, suo vecchio maestro, che ha definito l’Inter come una centrifuga: lo ringrazia per tutti gli insegnamenti, ma si sente pronto a questa nuova avventura, arrivata nel momento giusto. E gli lancia un’ultima stoccata: “Comunque vincere è più facile quando si gioca bene”.