L’estate 2011 resterà sicuramente indelebile nelle menti del tifoso juventino. L’avvento alla presidenza di Andrea Agnelli, segna il ritorno alla tradizione. Un passaggio di testimone dal padre Umberto (il più giovane presidente della centenaria storia juventina) che riporterà, dati alla mano, la società bianconera ad un dominio incontrastato in Italia, con un sogno europeo ancora in cantiere. Un dominio tecnico, economico, finanziario ed infrastrutturale. In tanti oggi cercano di imitarne il modello: dalle milanesi Inter e Milan, alle genovesi, alla Roma; c’è riuscita solo l’Udinese.
LO J-STADIUM
Il primo passo verso questo straordinario quinquennio di successi, arriva con l’inaugurazione del nuovo impianto, l’8 settembre 2011 contro il Notts County, il club più antico del mondo, dal quale la Juve prese i colori sociali al momento della sua fondazione. Sorto sulle ceneri del vecchio stadio “Delle Alpi”, ha segnato la rinascita, dopo anni bui trascorsi tra sentenze, serie B ed un ritorno in A complesso ed illusorio. C’è bisogno di una svolta, ed il primo passo arriva dalla nuova casa juventina. I frutti di questa nuova infrastruttura, almeno per il panorama italiano, sono ormai storia: uno strapotere capace di portare 5 scudetti, una semifinale di Europa League, una finale di Champions League, vittorie in Coppa Italia e Supercoppa Italiana e, ovviamente, un fatturato che non ha eguali nel nostro Campionato.
LA PRIMA SCONFITTA
Bisognerà attendere addirittura 1 anno e 2 mesi dopo quella sfida, per assistere alla prima sconfitta interna, firmata, nemmeno a dirlo, dall’odiata Inter. È il 3 novembre 2012 quando i nerazzurri si impongono 3 a 1, facendo cadere la legge dello Stadium. Nello stesso anno si imporranno la Sampdoria, e soprattutto il Bayern Monaco negli Ottavi di Champions League.
La stagione 13-14, segna un altro record per il popolo che assiepa lo Stadium: su 27 incontri totali, sono ben 23 le vittorie e soli 4 pareggi. Nessuna sconfitta. È la stagione del record di punti: 102!
L’AVVENTO DI ALLEGRI
La stagione 14-15 inizia con uno scossone inatteso: Conte lascia per divergenze e arriva Max Allegri, passato vincente al Milan.
Per l'attuale tecnico del Chelsea, un palmares con 3 scudetti e 2 supercoppe. Il tecnico livornese cambierà poco rispetto al passato, inserendosi benissimo nella nuova realtà juventina. E lo score interno, di fatto, non cambia, con 22 vittorie e 4 pareggi. L’unica sconfitta arriverà in Coppa Italia per mano della Fiorentina. Allegri vince lo scudetto, il quarto consecutivo, la Coppa Italia, ma perde perde la finale di Supercoppa, contro il Napoli, ma soprattutto l’attesa finale di Champions League, contro il Barcelona.
La passata stagione segna un altro trionfo juventino, iniziata però con la sconfitta patita ad opera dell’Udinese, che sbanca lo Stadium facendo crollare l’imbattibilità che durava in campionato da oltre due anni.
Il fortino juventino registrerà 20 vittorie e 4 pareggi, ed una cavalcata che porterà il 5° scudetto consecutivo, Coppa e Supercoppa Italiana. L'anno in corso, dopo gli acquisti monstre di Higuain e Pjanjc, e l’addio record di Pogba, non ha cambiato l’andamento interno, con un bilancio di 8 vittorie e 2 pareggi sin qui ottenuti. Nel complesso, con il 3 a 1 ottenuto sabato contro l’Atalanta, salgono a 107 le vittorie, 26 i pareggi, e sole 5, le sconfitte.
Su 138 match, la Juventus ha vinto davanti al proprio pubblico ben il 78% degli incontri, pareggiato il 19% e perso appena il 3%.