È mancata solo la gioia del gol, per il resto la prima di Roberto Gagliardini da nerazzurro nella Scala del calcio non poteva essere migliore. Si conclude così, con la vittoria dell’Inter per 3-1 contro il Chievo, la straordinaria settimana del centrocampista bergamasco, che si è visto catapultare dall’Atalanta in un mondo completamente diverso: giorni intensi, in cui il 22enne ha dovuto affrontare nuove esperienze, come la presentazione sui social, e conoscere in tutta fretta i compagni. La pressione c'è stata di sicuro, eppure la responsabilità dell’esordio deve averlo spronato a dare il massimo: sembra di trovarsi di fronte ad un veterano, abituato al gioco dei compagni.

E così l’esigente pubblico di San Siro si scopre entusiasta dell’approccio alla partita del nuovo acquisto: la solida coppia di centrocampo con Kondogbia, apparso rigenerato dalla cura Pioli, convince.

Le parole di Gagliardini

Al termine della partita Gagliardini non si sottrae ai microfoni: "Sono felice della mia prestazione e di quella della squadra – dichiara alla stampa – ho trovato un grande gruppo, che ha aiutato il mio inserimento”. Il ragazzo ammette che questa è stata la terza volta che è entrato a San Siro, un’emozione unica, grazie anche al sostegno dei tifosi. Eppure il nervosismo non è per nulla trapelato nei novanta minuti di gioco. Gagliardini spiega le differenze di modulo tra Pioli e Gasperini, che ringrazia per averlo aiutato a crescere: il primo chiede verticalità e palle tra le linee in modo da creare superiorità numerica, mentre l’allenatore dell’Atalanta preferiva il gioco sulle fasce.

Un unico cruccio: “Devo essere più concreto sotto porta, ma anche in fase di possesso e non possesso per essere più equilibrato – ammette il giocatore – sul colpo di testa, ad esempio, potevo fare meglio: è una di quelle cose che devo migliorare negli allenamenti”.

Il giudizio di Pioli

Anche Stefano Pioli sembra soddisfatto della prestazione, ma non si accontenta: “i nostri centrocampisti hanno fatto un'ottima partita, ma possiamo ancora migliorare – spiega ai giornalisti – servono movimenti più sincronizzati e in fase di costruzione dobbiamo stare più vicini”.

Secondo l’allenatore tutti i cinque titolari del centrocampo dell’Inter possono tranquillamente giocare e coesistere tra loro, ma l’importante è ragionare da squadra. E Gagliardini, con la sua energia che un po’ mancava alla formazione, sembra averlo capito da subito.