La Juventus e il 4-2-3-1, un amore (im)possibile? Il tecnico Massimiliano Allegri dopo la brutta sconfitta contro la Fiorentina allo stadio "Franchi" ha rivoluzionato la sua squadra. Non più il 3-5-2, modulo sul quale si è basato il successo della Juventus di Conte e poi spesso utilizzato anche dal tecnico livornese, ma un più europeo 4-2-3-1. Con il nuovo modulo sono arrivate le vittorie con la Lazio in campionato e il Milan in Coppa Italia, con sprazzi di grande calcio, ma anche qualche scricchiolio.
Il mister Allegri più volte ha sottolineato come non siano tanto importanti i numeri, quanto la mentalità e lo spirito di sacrificio.
Se guardassimo solo i primi tempi delle due sfide affrontate con il nuovo modulo verrebbe da dare ragione al tecnico. Sia contro la Lazio che contro il Milan, sono arrivati due gol nei primi quarantacinque minuti, oltre che una serie di altre occasioni per aumentare il vantaggio. La squadra è sembrata tuttavia poco solida specialmente nel secondo tempo della partita di mercoledì scorso, quando i rossoneri, oltre ad aver accorciato le distanze con Bacca, hanno creato qualche pericolo di troppo per la porta di Neto, considerato anche l'uomo in meno, conseguenza dell'ingenua espulsione di Locatelli.
Affinché sia sostenibile, il nuovo modulo utilizzato da Allegri richiede sacrificio, condizione fisica straordinaria e grande concentrazione.
Mettendo in campo contemporaneamente giocatori tecnici e d'attacco come Dybala, Higuain, Mandzukic e Cuadrado coperti solo da Pjanic e Khedira, che non fanno della corsa la loro dote migliore, è un rischio che la Juventus non potrà permettersi con squadre che la attaccheranno. Infatti la Juventus ha dimostrato una volta in più che il miglior modo per difendersi è attaccare, avere sempre il pallino del gioco in mano e non concedere alla squadra avversaria di ragionare con un pressing asfissiante.
Straordinari interpreti da questo punto di vista sono Mandzukic e Cuadrado, che con il loro movimento verso il centro garantiscono spazi ai due terzini, oltre che maggiore libertà per Dybala e Higuain. Le incognite, tuttavia, sono gli stessi prerequisiti di questo modulo: dovesse mancare anche solo uno tra sacrificio, condizione fisica e concentrazione, i campioni d'Italia rischierebbero di trovarsi in difficoltà. Soprattutto pensando alle ormai imminenti sfide di Champions League.