Nikola Kalinic approda alla Fiorentina nell'Agosto 2015 e subito mette in mostra, seppur in modo discontinuo, le sue doti tecniche da ottimo centravanti. Negli ultimi giorni a far parlare di lui, non sono state le sue prestazioni ma la sua decisione di rimanere a Firenze rifiutando il faraonico contratto offertogli dalla squadra cinese del Tianjin. Riavvolgiamo però il nastro e ripercorriamo le tappe di questa vicenda.

Nikola Kalinic, la vicenda cinese

I primi rumours iniziano nel Dicembre 2016, con la Repubblica che svela l'interessamento del tianjin per il giocatore croato.

L'offerta, in puro stile cinese, è allettante. Oscena, oseremo dire. Sono infatti disposti a pagare l'intera clausola rescissoria di 50 milioni e di offrire un contratto da 10 milioni l'anno al calciatore. Inizialmente, la società non si espone e tergiversa. Quelle cifre devono aver fatto davvero gola a Nikola e alla dirigenza. Sousa, intanto, smentisce tutto, non vuole distrazioni intorno al suo centravanti. Con il passare dei giorni, però, le voci diventano sempre più insistenti e sempre più fondate. I cinesi fanno sul serio e non scherzano. Non scherzano mai. L'offerta viene addirittura alzata, da 10 milioni si passa a 12 milioni l'anno. La dirigenza viola vacilla e, dopo il successo in campionato contro la Juventus, tutte le decisioni vengono rimandate al calciatore.

Così Kalinic esce finalmente allo scoperto e in un'intervista in Croazia dichiara:" Resto alla Fiorentina, è una mia decisione". La dichiarazione viene accolta con clamoroso entusiasmo dai tifosi, dalla stampa- che lo dava già in partenza- e dalla società. Da quella società che, in fondo, non sarebbe stata poi così scontenta in caso di cessione.

Nikola Kalinic, la scelta di restare alla Fiorentina

Una scelta che a nostro parere va elogiata, a prescindere. Attenzione, comunque, a non farsi illudere da facili sentimentalismi. Kalinic non è rimasto per diventare una bandiera o un simbolo di Firenze perché magari andrà via stesso a Giugno ma, sicuramente, non in un campionato inferiore.

La Cina, per quanto possa offrire stipendi faraonici, è lontana anni luce dal livello calcistico europeo e un trasferimento lì potrebbe diventare il preludio alla fine della propria carriera. A 29 anni, sa benissimo che non ha più tempo da perdere e se vuole giocare ad alti livelli e magari vincere con una grande squadra, non può più permettersi passaggi a vuoto come quello fatto al Blackburn. Vorremmo sottolineare dunque il suo grande valore sportivo. Innanzitutto ha dimostrato che il calcio, prima di essere un gioco e prima di essere un business, è innanzitutto uno sport; e nello sport l'ambizione e la voglia di migliorarsi sono elementi che dovrebbero caratterizzare ogni atleta.

Qualcuno dirà che magari è stato facile da parte tua rifiutare tutti quei soldi in quanto sei già ricco.

Noi, invece, vogliamo ribadire che, nonostante tutto, hai scelto la strada più difficile. Hai preferito il lavoro e la competizione all'ozio e ai soldi facili. Hai la nostra ammirazione Nikola. Chapeau !