Che i rapporti tra l'allenatore Allegri e i dirigenti juventini si fossero raffreddati, negli ultimi tempi, non è più una novità. Probabilmente, le parti hanno messo in conto la necessità di cambiare alla fine della stagione dopo tre anni coronati da buoni risultati. La sconfitta nella Supercoppa ha accelerato, forse, questa decisione, per poter programmare con calma la fine di un progetto iniziato dopo l'addio a Conte. Alla base di questo divorzio, ormai inevitabile, alcune incomprensioni ma, soprattutto, i mancati investimenti nel mercato di gennaio, con i rinforzi che l'allenatore aveva, invano, richiesto.

Quindi, nella Juve ci si prepara al dopo Allegri, ma prima di trovare il suo sostituto, ci sono appuntamenti da rispettare che tutte le componenti societarie vogliono portare a termine nel migliore dei modi. Il record del sesto scudetto consecutivo, e della terza Coppa Italia, senza considerare il sogno proibito della Champions League. Massima fiducia fino a giugno nel lavoro di Allegri, per tentate di vincere tutto senza alcuna interferenza della dirigenza nelle decisioni sulla gestione della rosa di prima squadra.

Quello che succederà in futuro, ancora, nessuno lo può sapere, in questo momento la parola d'ordine è una sola, silenzio e lavoro. I rumors che parlano di un'esperienza di Allegri in Cina o che avrebbe voglia di allenare nella Premier, possono attendere, il contratto con la Juve scade nella stagione 2017/18.

Poi, può accadere, e per questo il calcio è imprevedibile, che quando tutto sembra essere finito, la stagione regali i risultati sperati e la Juventus decida di proseguire il contratto con Allegri.

E' iniziato il toto-allenatore

In casa Juve non si parla, ovviamente, del dopo Allegri, anche se i nomi più gettonati, al momento sembrano essere Diego Pablo Simeone, una garanzia per esperienza e temperamento, Paulo Sousa, giovane sotto osservazione da qualche tempo e, udite udite, Luciano Spalletti, il cui ingaggio avrebbe del clamoroso.

Qualunque sia la scelta, il club bianconero ha capacità e mezzi per poter gestire alla grande una tale eventualità.

D'altronde, all'indomani della rottura dei rapporti con Antonio Conte ci fu una rabbiosa reazione della tifoseria juventina. Il dopo Conte ha dimostrato quanto sia determinante la forza e la solidità di un gruppo alla costante ricerca di prestigiosi obbiettivi per competere con l'elite delle squadre europee.