Negli ultimi giorni si era sparsa la voce di un possibile addio all'Inter del portiere sloveno, Samir handanovic, con il club nerazzurro che sembrava fosse già alla ricerca di un sostituto. In realtà il portierone, che ha rinnovato un anno e mezzo fa il proprio legame con l'Inter fino al 2019 a 2,7 milioni di euro all'anno, ha svelato la sua volontà, che è quella di restare a Milano a prescindere da come andrà questa stagione e dalla qualificazione o meno in Champions League. Queste le parti più interessanti dell'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport:

L'arrivo di Suning: "Con loro qualcosa è cambiato, c'è gente forte, motivata e con un obiettivo alle nostre spalle.

Non si tratta solo dei soldi, c'è voglia di investire, ma con un obiettivo ben preciso".

Restare all'Inter: "Dopo cinque anni finalmente sembra che si sia svoltato. L'Inter è sulla strada giusta, sono ottimista perchè la proprietà si è presentata in modo concreto, molti fatti e poche chiacchiere. Resto a Milano anche senza la Champions League, ma non è detto che non riusciamo a qualificarci quest'anno".

Sul patron di Suning, Zhang Jindong: "E' un personaggio carismatico, colpisce parecchio. Ogni volta che ci parla negli spogliatoi il risultato finale è sempre stato quello della vittoria".

L'approdo di Pioli: "Il mister è arrivato molto carico, sapeva già cosa fare, probabilmente si era preparato a questa chiamata.

Quando è arrivato subito ci ha fatto vedere cosa, a suo avviso, sbagliavamo. Con lui, all'improvviso, abbiamo cominciato a ragionare tutti con una sola testa, uniti, abbiamo lavorato meglio e di più. E' stato in grado di trasferirci grande energia e non tanto perchè interista ma, secondo me, in quanto consapevole di giocarsi una grande occasione.

Se fosse arrivato prima, probabilmente, avremmo avuto qualche punto in più".

La più grande delusione all'Inter: "Più che il non aver vinto nulla, la grande delusione era il non poter fare di più di quanto si faceva. Le persone erano deluse per un quarto o un quinto posto, ma più di quello non si poteva fare".

Mai pentito della scelta: "Non mi sono mai pentito di essere venuto all'Inter. Ero ad Udine e vedevo come questa squadra vinceva scudetti e la Champions League, poi ci sono stati stravolgimenti societari che non erano prevedibili ma l'Inter resta uno dei cinque sei club al mondo".