Dani Alves, classe 83', è un grandissimo terzino acquistato dalla Juventus nel mese di Giugno del 2016. Si è reso, in queste ultime ore, protagonista di alcune dichiarazioni al veleno all'indirizzo delle prime della classe nella Liga spagnola, Barcellona e Real Madrid. Questa dichiarazione è stata rilasciata ai microfoni del quotidiano spagnolo Abc, che lo ha intervistato per la prima volta in assoluto, da quando il calciatore della Juventus ha lasciato il calcio spagnolo. Dani Alves è sicuramente un ragazzo senza peli sulla lingua, come si suol dire; non si nasconde, infatti, dietro frasi diplomatiche che vorrebbero dire ma che poi alla fine non dicono nulla.

Il terzino della Juventus, per ben 55 minuti, ovvero la durata dell'intervista, ha parlato a ruota libera senza alcun timore di sollevare un polverone mediatico. Diversi sono stati i temi affrontati. Nello specifico, il più importante, è stato il raffronto tra la sua ex squadra, il Barcellona, e la sua squadra attuale, il club bianconero. Dani Alves non ha avuto alcuna remora nel lanciare dure frecciatine ai blaugrana. I destinatari di tali dichiarazioni, nel dettaglio, sono stati i dirigenti del Barcellona; stando alle parole del terzino della Juventus, i dirigenti del Barca non avrebbero alcun valore morale ed etico nel trattare con i calciatori. D.Alves non ha avuto alcun segno di riconoscenza per l'impegno profuso con la maglia del Barcellona, per avere dato sempre e comunque l'anima in campo e per aver aiutato la squadra a raggiungere risultati straordinari negli ultimi anni.

I dirigenti del Barca non hanno avuto nemmeno il coraggio di comunicargli l'intenzione di non rinnovargli il contratto, stando alle parole del giocatore.

Dani Alves lancia una frecciatina anche al Real di Mourinho

Non si sono esaurite nei riguardi dei dirigenti del Barcellona, le critiche al calcio spagnole da parte di Dani Alves.

Anche il Real Madrid, uno dei club più titolati al mondo, ha avuto la sua parte di critiche. Il calciatore della Juventus, infatti, ha ricordato il Real di Mourinho come una squadra incapace di accettare la sconfitta, disposta a tutto per la vittoria, anche di giocare sporco. Dura frecciatina, dunque, non solo al club madrileno ma anche a quello che allora era il suo allenatore, Josè Mourinho.