Va di moda protestare con gli arbitri. Dopo le pesanti critiche del post Juventus-Inter, gli arbitri italiani continuano ad essere sotto la lente di ingrandimento. Nella scorsa giornata di campionato, a fare 'notizia' è stata S.S.Lazio-Milan. Il posticipo della 24esima giornata di campionato, andato in scena lunedì, è terminato con un pareggio per uno a uno. I biancocelesti sono passati in vantaggio grazie ad un rigore di Biglia sullo scadere del primo tempo mentre il pareggio è arrivato al minuto 85 grazie ad una splendida rete dello spagnolo Suso.

A creare polemiche è stato il rigore assegnato alla Lazio per un fallo di Gianluigi Donnarumma su Ciro Immobile. Dai numerosi replay è emersa la regolarità del rigore chiamato dall'arbitro Damato ma con una dinamica diversa. Il portiere del Milan, nell'uscita, non tocca l'attaccante della Lazio ma il 'suo' difensore Gustavo Gomez, il quale, sbilanciato, tocca Immobile e lo manda a terra. Regolare, dunque il rigore per la Lazio. Ma a creare la polemica è stata la veemente reazione di Donnarumma che subito dopo la decisione di Damato ha protestato platealmente con l'arbitro.

La polemica sui social network

La protesta è scoppiata sui social network ed è partita dai tifosi della Juventus. La reazione del giovane portiere del Milan ha richiamato alla mente dei tifosi bianconeri la protesta di Leonardo Bonucci in un derby della scorsa stagione che costò il cartellino giallo al difensore della Juventus.

Tante furono le polemiche successive al presunto contatto tra il numero 19 della Vecchia Signora e l'arbitro Nicola Rizzoli e secondo i tifosi bianconeri il trattamento riservato al numero 99 portiere del Milan non è stato lo stesso. Si parla tanto dei vari Higuain, di Chiellini, di Bonucci o di Buffon che abbraccia gli arbitri ma di Donnarumma che 'sfida' Damato no.

E' sostanzialmente questa 'l'accusa' mossa dal popolo bianconero nei confronti della classe arbitrale. Ancora polemiche, dunque, dopo Juventus-Inter di settimana scorsa. Toccherà ai club sedare gli animi perché gli arbitri possano lavorare in una ambiente sereno.