Non si offenda nessuno, ma quando si dice che il calcio è della gente e della passione dei tifosi il girone C di Lega Pro non è secondo a niente.Non ci sono i lustrini della Serie A, nè forse il livello tecnico di altri gironi che possono permettersi calciatori con stipendi più elevanti ma lo spettacolo che riguarda gli stadi del girone meridionale dell'ex Serie C ha pochi eguali.

I numeri

Gran parte del merito, come detto, risiede nel seguito che hanno le squadre. Molte di loro, infatti, possono contare su una tradizione e su un blasone che nel corso degli anni hanno fatto resistere la passione anche di fronte a decenni di oblio.

E' il caso del Foggia, a un passo dal ritorno in Serie B, che sabato contro la Reggina farà registrare il tutto esaurito e vedrà sensibilmente aumentare la propria media spettatori.Dopo trentaquattro giornate lo stadio Zaccheria, infatti, rappresenta la seconda forza del torneo in quanto a media spettatori (9953). Al primo posto, nonostante un'ultima fase di campionato caratterizzata da risultati deludenti e contestazioni, resta il Lecce (11.521).Finiscono qui, di fatto, le squadre che godono di una perfetta identità tra prestigio dell'obiettivo e presenza allo stadio. Al terzo posto assoluto, infatti, fa capolino il Catania con i suoi 7695 spettatori, in barba ad una classifica che oggi lo vedrebbe anche fuori dai play off.

Ancora più economiabili risultano i sostenitori di Taranto e Reggina, due grandi piazze del sud che lottano per evitare la retrocessione in Serie D: in media ci sono 4489 spettatori allo Jacovone e 3934 al Granillo. Al sesto posto il Matera (3394), al settimo il Siracusa (2612), al'ottavo il Cosenza (2534), al nono la Fidelis Andria (2250) e al decimo il Messina (2031).

Seconda parte della classifica

Non rientrano nella virtuale colonna sinistra della graduatoria del seguito squadre come il Monopoli (1892), il Catanzaro (1747), Juve Stabia (1734), Casertana (1559), Akragas (1507), Virtus Francavilla (1440), Paganese (1124), Melfi (929), Vibonese (878), Fondi (371).Colpisce particolarmente la formazione laziale all'ultimo posto della graduatoria, pur essendosi resa protagonista di un campionato che non ha mai messo in discussione il mantenimento della categoria.In altri casi sono stati, come quello del Catanzaro, sono stati determinanti gli scarsi risultati della squadra e l'assenza di feeling con la società nella fuga della gente dallo stadio.