Da giorni, anzi settimane, in città non si parla d'altro: "Reina o non Reina? Questo è il problema". Parafrasando citazioni di stampo shakespeariano. È il quesito che unisce e spacca i sentimenti contrastanti di un mercato estivo, quello azzurro, ancora tutto da definire. Dopo i nuvoloni spazzati via con i rinnovi di contratto di due totem (eufemismo è a dir poco) come Insigne e Mertens, il sereno ha fatto posto a nuove oscurità, stavolta tra i pali.

Lui, che totem lo è non solo per meriti sportivi, ma soprattutto fisici, risponde al nome di Pepe Reina.

Classe 1982, madrileno e madridista fino al midollo (eccetto soltanto nella recente doppia sfida di Champions League) è diventato sicuramente un punto di riferimento all'interno dello spogliatoio azzurro, un capitano morale potremmo dire. Il connubio Reina-Napoli è paragonabile a quelle storie d'amore strappalacrime viste e riviste più volte. Di quelle interminabili, passionali, difficili da poter dimenticare.

L'esilio di un anno in Germania. Poi...

Ci aveva anche provato a dimenticare Napoli il buon Pepe, quando nell'estate del 2014, dopo un solo anno di azzurro e una Coppa Italia alzata al cielo, saluta il suo mentore Benitez e compagni per volare in direzione Germania, precisamente Monaco di Baviera.

Ma le cose lì, dove wurstel e birra non si fanno certo preferire ad una succulenta margherita con bufala o un'impepata di cozze, non vanno secondo i piani del portiere spagnolo.

Col Bayern colleziona appena tre presenze nel finale di stagione 2014/2015, nessun gol subito (è giusto menzionarlo) e un Meisterschale vinto come attore non protagonista.

Intanto a Napoli le cose cambiano in maniera del tutto repentina, poiché la stagione si rivela un più che mezzo fallimento.

Una semifinale di Europa League gettata al vento per via dello spauracchio Dnipro, tra errori arbitrali macroscopici e quelli sotto porta dell'innominabile ex numero 9 argentino. Ma i partenopei rimangono a bocca asciutta anche in campionato.

Gli azzurri infatti si vedono sfuggire di mano il terzo posto valido per il preliminare di Champions in favore della Lazio, nello scontro diretto all'ultima giornata giocatosi al 'San Paolo' vinto dai biancocelesti per 4-2, con quel rigore sparato in curva B ancora dall'innominabile (la storia non mente) sul risultato di 2-2, che grida ancora vendetta.

Per De Laurentiis sono due bocconi amari, amarissimi da digerire. Ed è così che, dopo due stagioni, il matrimonio con Rafa Benitez volge al termine, al netto però di una Coppa Italia e una Supercoppa Europea vinta contro l'acerrima nemica sportiva di sempre, la Juventus.

Al cuor non si comanda

A Napoli comincia di fatto il totoallenatore: prima Emery, poi Mihajlovic, Montella e un sondaggio anche per Mancini.

Alla fine il prescelto è Maurizio Sarri da Figline Valdarno: gavetta tanta, tituli zero. Lo scetticismo a Napoli la fa da padrone. Non per Reina però, che se ne infischia e dice 'sì' per la seconda volta al suo vecchio amore. Contratto triennale sino a giugno 2018 e tanti saluti all' 'Oktoberfest'.

Con il tecnico nativo di Bagnoli, Pepe riscopre una seconda giovinezza. Lo spagnolo infatti si presenta in condizioni eccellenti ad inizio campionato dopo un lungo ed intenso ritiro a Dimaro, paesino incastonato tra gli imponenti monti del Trentino e la splendida Val di Sole. Le sue prestazioni nella prima stagione di marchio sarriano sono altamente positive, ed infatti con le sole 29 reti subite in campionato (34 comprese le coppe) contribuisce in maniera sostanziale al secondo posto in campionato, alle spalle della solita cannibale Juventus.

Meno positiva la stagione seguente, quella appena conclusasi, con ben 38 gol subiti in Serie A e addirittura 57 contando Champions e Coppa Italia. "Troppi per uno come lui", sentenziano i tifosi partenopei e non solo. Reina comincia così a sentir scricchiolare quella fiducia riservatagli incondizionatamente sin dal suo approdo all'ombra del Vesuvio, colpa di prestazioni decisamente al di sotto delle aspettative.

La goccia che fa traboccare il vaso, però, giunge nel corso della cena di fine campionato. Il presidente De Laurentiis si lascia scappare una battuta infelice nei confronti proprio del buon Pepe, reo secondo il patron azzurro di qualche distrazione extracalcistica di troppo. Reina e consorte non la prendono affatto bene, lasciando stizziti Villa d'Angelo, luogo del misfatto.

Il resto è storia di questi giorni.

Tra poco più di un anno scadrà il contratto, ma lo spagnolo e la società sembrano ancora distanti su una possibile soluzione congiunta. Vedremo come andrà a finire, ma il quesito rimane: "Reina o non Reina?. Questo è il problema".