"L’alessandria Calcio comunica che il contratto con mister Giuseppe Pillon non verrà rinnovato. La società ringrazia il tecnico per la qualità dell’impegno profuso sotto il profilo umano e professionale". Questo il secco comunicato con cui la società grigia ha salutato ufficialmente il tecnico veneto. Pillon era arrivato ad Alessandria il 15 aprile 2017 dopo che la società del patron Luca Di Masi aveva esonerato a tre giornate dal termine del campionato l'allora allenatore dei mandrogni Piero Braglia.

Da quella data Pillon ha collezionato due vittorie e un pareggio con i grigi.

Fatale, per la promozione diretta, l'1-1 in trasferta contro la Lupa Roma fanalino di coda. Soprattutto perché, dall'altra parte la Cremonese stava perdendo contro il Livorno. Discorso diverso, ad eccezione del suo triste epilogo, per il cammino playoff: tre pareggi (uno con la Casertana e due col Lecce) e due vittorie (nel ritorno proprio con i campani e con la Reggiana). Ma a far capitolare la sua testa, ovvero la decisione da parte dell'Alessandria di non prolungare il contratto al tecnico che sarebbe scattato automaticamente in caso di promozione, è stata la sconfitta in finale dei playoff contro il Parma. Una gara partita male, giocata altrettanto e finita peggio. Un 2-0 che ha consegnato la serie cadetta ai ducali e un altro anno di purgatorio in LegaPro ai grigi.

Ma da chi ripartirà ora la formazione mandrogna? Il nome più gettonato è quello di Cristian Stellini, la passata stagione al Genoa in qualità di tecnico della Primavera. Non un profilo di primissimo piano insomma. Almeno non come quelli arrivati nell'era Di Masi: Scienza, Gregucci, Braglia, Pillon. Nomi di un certo calibro insomma, ma che hanno sempre fallito l'appuntamento con la promozione.

Ma Stellini non è del tutto nuovo al mondo del pallone. Anzi, dalla sua ha esperienze importanti come assistente di Antonio Conte all'epoca delle avventure di Siena e Juventus. Ma proprio come l'attuale tecnico del Chelsea, Stellini ha avuto problemi con lo scandalo calcio scommesse che investì i campionati di serie A e B nel 2012.

Il 6 agosto dello stesso anno, con una lettera indirizzata al presidente Andrea Agnelli, ha rassegnato le sue dimissioni da collaboratore tecnico della società bianconera proprio a causa del suo coinvolgimento in questa oscura vicenda. L'allenatore decise poi di patteggiare venendo squalificato - e quindi inibito e allontanato dagli ambienti calcistici - per tre anni.