I tifosi del Milan quasi non ci credono. L'attuale sessione estiva di Calciomercato sta lasciando in eredità, alla stagione che deve iniziare, una squadra rossonera ricca di talento e un grande carico di entusiasmo che, attraverso i tifosi, può spingere gli uomini di Montella verso i traguardi più prestigiosi. L'arrivo di Leonardo Bonucci a rafforzare la difesa non può essere neanche considerato una ciliegina sulla torta, perché i "pasticceri" Mirabelli e Fassone devono ancora guarnirla. Già, perché si aspettano ancora un centravanti di primo livello e, forse, un altro colpo che potrebbe arrivare qualora le opportunità di mercato dovessero permetterlo.

Mercato Milan: il dominatore

In pochi avrebbero scommesso un euro sul fatto che la nuova proprietà cinese avrebbe fin da subito portato i rossoneri a primeggiare sulla scena del mercato, con risorse economiche e possibilità di investimento che sono inferiori soltanto a due o tre club europei, al cui livello si aspira ad arrivare in poche stagioni attraverso le vittorie e il ritorno del club milanese nel "Gotha" del calcio internazionale. Ma oggi però, è anche il momento in cui la scena se la prendono la frase cult di Fassone "passiamo alle cose formali", e l'accento calabrese di Mirabelli, uno che è partito dal basso, da Rende, per prendersi il Milan e che, una volta giunto nella società meneghina, non si è fatto problemi nel tenere testa ad autentici dominatori del mercato mondiale come Mino Raiola.

Le dichiarazioni di Mirabelli

Il calciomercato è ormai una sorta di "Grande Fratello", con le telecamere puntate ventiquattro ore su ventiquattro sui protagonisti delle trattative. Per anni, le trasmissioni specializzate hanno fornito ai telespettatori le immagini di agenti, direttori sportivi, intermediari che si incontravano la sera nei ristoranti e che facevano affari davanti a buone pietanze, soprattutto a Milano.

Tra costoro c'è stato in particolare Adriano Galliani che, suo malgrado, nelle ultime stagioni ha causato il malcontento dei tifosi, in seguito all'acquisizione di calciatori di discutibili qualità a parametro zero a causa degli scarsi mezzi economici messi a disposizione dall'ultimo Milan berlusconiano, dopo danni di dominio in Europa e nel mondo.

Fa particolare effetto una frase rilasciata da Mirabelli a "Sport Week", ripresa dal sito "TuttoMercatoWeb: "Noi non andiamo a fare le trattative negli alberghi o nei ristoranti. Non abbiamo segreti. Si fa tutto nella nostra sede, a Casa Milan, prima dirigenti e procuratori non sapevano neanche quale fosse l'indirizzo". Dichiarazioni che risuonano quasi come una frecciata verso un "modus operandi" ormai diffuso nel calcio italiano, che apparteneva in particolar modo al Milan del precedente corso. Seguiranno polemiche? Chi lo sa, anche se non è detto che Mirabelli avesse questa intenzione, ma semplicemente quella di sponsorizzare la nuova politica milanista.