Di certo non era questo il ritorno che Foggia ed i tifosi foggiani sognavano e speravano dopo 19 di assenza dalla Serie B: un 5-1 pesante in quel di Pescara, probabilmente anche eccessivo leggendo i dati della partita.
Rossoneri padroni del campo, ma nel calcio vince chi segna
Era il 1997 quando Max Pezzali cantava "La dura legge del gol" e, in un certo senso, riassumeva la partita del Foggia a Pescara: "Fai un gran bel gioco, però se non hai difesa gli altri segnano e poi vincono". Ed in effetti è andata proprio così allo stadio "Adriatico - Cornacchia": gli uomini di mister Stroppa regalano letteralmente il gol dell'1-0 ai biancazzurri, sbagliando, come successo già anche a Genova, nelle retrovie in fase di impostazione.
Il gol però sveglia i rossoneri che diventano padroni del campo e mettono in difficoltà Pigliacelli in tantissime occasioni ed a fine primo tempo i dati della partita parlano chiaro: diciassette tiri totali del Foggia verso la porta avversaria, dei quali cinque nello specchio, contro i soli sette dei padroni di casa che però chiudono in vantaggio. Nella ripresa la musica non cambia fino al 57' con il secondo gol di Pettinari: ancora una volta è però la difesa ospite a consegnare la possibilità di concretizzare al numero 17 avversario, concedendo un ampia prateria a Crescenzi che supera il molle intervento di Empereur, scalato sull'esterno per coprire Rubin nell'occasione avanzato poiché preso in controtempo dalla rapida ripartenza pescarese, e serve il più facile degli assist al suo centravanti.
Ed ancora una volta proprio come nel match di Tim Cup contro la Sampdoria, il Foggia spegne l'interruttore ed incassa anche il terzo gol, questa volta per merito di Benali che è abile ad eludere la trappola del fuorigioco della difesa di Stroppa. I rossoneri provano a reagire ma Pigliacelli è portentoso a dire no, prima delle altre due disattenzioni che portano ad incassare quarto e quinto gol: nella prima occasione Rubin perde il rimpallo a centro area e non riesce, assieme ad Empereur, a fare pressione su Mancuso che scarica in rete; per il quinto gol invece Pettinari si fa beffe del centrale brasiliano con la maglia numero 13 rossonera, superandolo con un tunnel e scaricando un tiro che termina tra palo ed un Guarna in questo caso forse non del tutto esente da colpe.
Il gol della bandiera di Gerbo arriva poi sull'undicesimo ed ultimo tiro nello specchio fatto dal Foggia, per una media realizzativa dello 0,09% contro lo 0,55% degli avversari (5 gol su 9 tiri in porta totali, ndr).
Il possesso palla c'è, serve concentrazione e concretizzazione
Al netto dell'analisi precedentemente esposta, è chiaro che al Foggia serva più concentrazione nella fase di non possesso e ricerca anche delle marcature preventive, onde evitare che ogni ribaltamento di fronte da parte di una formazione avversaria possa creare grattacapi al numero 1 rossonero.
Dato importante, anche se in questa occasione fine a sé stesso, è quello sul possesso palla: i "Satanelli" hanno avuto il controllo per il 53% del tempo, riuscendo per circa 50 minuti di gioco (l'intervallo tra il primo ed il secondo gol del Pescara, ndr) a chiudere la formazione di Zeman nella propria metà campo, senza però trovare il gol e, si sa, nel calcio vince chi segna.