Dopo qualche mese di sosta dal calcio italiano il 19 agosto è tornata la Serie A con i suoi anticipi e posticipi e i suoi stadi strapieni di tifosi. La prima squadra a scendere in campo è la Juventus, attuale campione in carica, che ha dovuto vedersela con il Cagliari allenato da Rastelli. Ma la vera attesa di questa ennesima stagione di Serie A è stata quella per il Var, la nuova tecnologia che da quest'anno aiuterà gli arbitri a commettere sempre meno errori.
La prima volta del Var: rigore contro la Juventus
Quando parliamo di Var facciamo riferimento ad una nuova tecnologia che offre la possibilità agli arbitri di rivedere un'azione o momento di gioco su cui si ha qualche dubbio.
L'acronimo Var sta per Video Assistant Referee e rappresenta un vero e proprio assistente per il direttore di gara. In occasione del primo match di Serie A tra Juventus e Cagliari l'arbitro Maresca ha accettato di prendere in considerazione una segnalazione lanciata dall'arbitro di cabina del Var riguardante una caduta in area del giocatore sardo Cop, provocata dal bianconero Alex Sandro: sebbene inizialmente il direttore di gara non avesse considerato il fatto come grave, fischiando semplicemente un calcio d'angolo, dopo la visione del replay dell'azione ha fischiato rigore contro la squadra allenata da Allegri. Farias, però, ha fallito il tiro dagli 11 metri che è stato parato da un Buffon ancora in perfetta forma.
Come funziona il Var
È bene sottolineare che l'intervento del Var non può essere richiesto dai calciatori o dallo staff, ma è solo ed esclusivamente l'arbitro ad invocarlo ed è sempre e solo lui a decidere sull'esito finale. Come è avvenuto nel corso del match tra Juventus e Cagliari, l'arbitro si è recato a bordo campo dinanzi ad un televisore dove ha potuto rivedere l'azione: il gioco non viene interrotto, ma il tempo perso viene comunque conteggiato nei minuti di recupero.
Come è normale che sia, l'introduzione del Var divide gli animi di chi, come l'ex arbitro Cesari, è favorevole a tale tecnologia, affermando che si possa, in questo modo, eliminare molte di quelle situazioni dubbie, e chi, come Alessio Tacchinardi, pensa che con esso assisteremo all'attribuzione di 10 rigori a partita. Bisogna solo aspettare e vedere un po' se effettivamente l'intervento della tecnologia nel calcio possa essere d'aiuto o, al contrario, sollevare polveroni ancora più pesanti da gestire.