La Juventus ha con la Champions League (e precedentemente la Coppa dei Campioni) un rapporto di amore e odio. Tra le squadre italiane è quella che vi ha partecipato più volte, ma sia l'Inter che il Milan ne hanno vinte di più. Rispetto alle italiane, infatti, la Juventus è arrivata in finale 9 volte contro le 11 del Milan e le 5 dell'Inter, che però hanno vinto rispettivamente 7 e 3 trofei.

Le percentuali di finali vinte a livello europeo

Più della Juventus, solo Milan, Bayern Monaco e Real Madrid hanno disputato un maggior numero di finali. Il Real Madrid con una percentuale dell'85% di vittorie (12 su 14), il Milan con il 63% (7 su 11) e il Bayern Monaco con il 50% (5 su 10).

La Juve si ferma a un misero 22%, la percentuale più bassa in assoluto. Il Benfica, che ha due coppe in bacheca, ha una percentuale del 28% avendo disputato "solo" 7 finali. Tutte le altre hanno percentuali tra il 50% e il 100%, pur con un numero inferiore di finali giocate.

Maledizione Champions?

Le maledizioni, quando una squadra continua a non raggiungere un obiettivo pur cambiando gli uomini, vengono chiamate in causa con estrema facilità. Così è per la Juventus nel suo rapporto con la Champions League. Solo chi è fortemente superstizioso, però, può credere che ci sia una forza superiore che impedisca alla squadra di Torino di arrivare davvero fino in fondo in maniera più costante. Tra i tifosi c'è chi lega tante sconfitte al fatto di aver accettato la coppa maledetta vinta contro il Liverpool.

In realtà la Juventus aveva già cominciato a perdere finali ben prima di quella belga, pur arrivando da favorita.

Mentalità vincente

Boniperti spiegò con storiche parole che alla Juventus "vincere non è importante, è la sola cosa che conti". Uno stravolgimento dello spirito Decubertiano che rende però l'idea di quanto sia votata alla vittoria la mentalità nella società Juventus.

Una società che, cambiando dirigenza, allenatori e giocatori, ha sempre vinto molto. Una mentalità vincente che è testimoniata anche dal repentino recupero della vetta della Serie A nonostante gli sfaceli di Calciopoli. Un ritorno alla vittoria della Serie A e della Coppa Italia (altra nota dolente del passato) tanto rapido da aver travolto passato e avversari in brevissimo tempo.

Mentalità troppo vincente?

Ed ecco quindi il punto dolente della storia juventina in Champions. Mentre il campionato italiano è un torneo lungo, e la Coppa Italia non porta con sé la tensione delle grandi finali internazionali, la Champions vive di momenti forti. E la finale, in particolare, essendo un'unica partita senza appello, aumenta in maniera esponenziale la tensione sui giocatori. A questo punto viene da pensare che anche la mentalità vincente, quasi un obbligo di vittoria che si respira nella società, non faccia altro che aumentare la pressione sui giocatori.

Potrebbe esser questa la chiave di lettura di tante finali perse. E spiegherebbe anche la debacle di Cardiff nel secondo tempo contro il Real Madrid, quando la squadra non riuscì a duplicare la prestazione contro il Barcellona chiudendo la partita nel primo tempo e giocando di rimessa.

Qualcosa è andato storto, questo si dice da quel 3 giugno, e quel qualcosa potrebbe essere la paura e il peso di quelle con cui Boniperti spiegò lo spirito Juve. Intanto quest'anno si riparte per puntare alla vittoria, sperando che questa volta il peso sia più lieve.