Un compleanno senza Roma. Totti festeggia 41 anni a 3.111 chilometri di distanza (in linea d’aria) dalla squadra, lontano come mai era stato prima d’ora. Da dirigente avrebbe potuto salire sull’aereo per Baku con i giallorossi, impegnati nella trasferta di Champions League con il Qarabag, ma ha preferito restare nella capitale e godersi il primo anniversario da non calciatore con la famiglia, con chi nella sua vita c’è sempre stato, che si tratti del pre o post campo. Ora veste più elegante, va all'Olimpico da spettatore, prende appunti, sposta le pedine sulla lavagna di Di Francesco e studia per prendere il patentito base da allenatore.

Ma il 27 settembre è un giorno speciale nella capitale e i tifosi giallorossi hanno voluto dedicare al loro idolo uno striscione, appeso fuori lo stadio Olimpico: "Passa il tempo, cambia la gente, ma tu sei stato e sarai sempre il nostro capitano. Buon compleanno Francè". La società ha postato gli auguri sui social network: "Buon compleanno leggenda", con video amarcord di un gol alla Lazio e due cuori, giallorossi naturalmente.

Una partita in regalo

Forse il regalo più bello arriverà, come sempre, dal campo. Perché Totti sarà la star del match organizzato venerdì a Tbilisi da Kakha Kaladze, ex difensore del Milan e oggi candidato sindaco della capitale georgiana. Una partita di beneficenza, utile per raccogliere i fondi per ricostruire la foresta di Borjomi, che un incendio estivo ha parzialmente distrutto.

Ci saranno 40 mila persone allo stadio, il pubblico delle grandi occasioni che risponde presente quando i fuoriclasse indossano gli scarpini. La lista dei nomi dei partecipanti fa venire la pelle d'oca: Maldini, Shevchenko, Zanetti, Rivaldo, Puyol e Boban. Una squadra da Champions.

E per Totti sarà la prima della stagione senza giacca e cravatta, la prima da veterano che torna a vestirsi da calciatore per una serata di gala.

Il giorno dopo sarà solo un bel ricordo e dovrà rimettere il completo da dirigente, ma per 90 minuti potrà risbocciare la sua passione sul tappeto verde. Lo sguardo di Francesco è ormai al futuro, ma è impossibile in questo giorno allontanare i ricordi di una carriera da record. Venticinque stagioni con un’unica maglia, interrotte tra le lacrime il maggio scorso.

Volente o nolente, Francesco ha appeso gli scarpini al chiodo, lo ha fatto leggendo una lettera che passerà alla storia come l’ultimo saluto di un eterno capitano alla sua città, a quei tifosi che ancora vanno allo stadio con la 10 sulle spalle, perché non ci credono che sia tutto finito. Sembrava che la parola fine non facesse per lui. Perché per Totti il calcio è una ragione di vita, divertimento, passione, e l’ha trasmesso a tutti coloro che l’hanno visto in campo, magia dopo magia.

Una carriera da record

Dal ragazzino che a 16 anni, in Giappone, si presentava a quel Buffon a cui segnerà 11 gol in carriera, realizzando nel Mondiale U17 la prima rete di mezzo esterno a uscire, all’uomo che ormai vanta una collezione intera di perle tra punizioni, pallonetti e assist no look, è cresciuto Francesco.

Il piccoletto che era bravino, soprannominato “gnomo” perché stentava a crescere, è diventato uno dei più grandi di sempre. Appena 23 giorni prima di diventare maggiorenne, il 4 settembre del 1994, segnava il suo primo gol in Serie A, Roma-Foggia 1-1. L’ultimo centro in campionato è stato l’1-3 al Torino, proprio un anno fa, inutile per il risultato, ma comunque storico: era il numero 250, un traguardo raggiunto realizzando 200 reti con il piede destro, 35 col sinistro, 12 di testa e 2 con altre parti del corpo. In tutto sono 307 le marcature tra coppe e Serie A. Quanti record scritti da Totti in giallorosso: miglior cannoniere della Roma in campionato, nelle coppe europee e in assoluto, miglior rigorista, quei 44 derby giocati (15 vinti) in cui una volta su quattro lasciava il segno, 11 le reti segnate alla Lazio.

Ѐ il romanista più vincente della storia e, in fin dei conti, non potrà sentirsi solo in questo giorno speciale, nonostante la Roma sia dall’altra parte del mondo, perché sarà comunque, sempre, una parte di sé. "Piacere Francesco, AS Roma", il suo biglietto da visita è rimasto lo stesso, dai 16 ai 41 anni. Buon compleanno leggenda.