L'Inter del Triplete è ormai nella storia, scolpita a fuoco, come poche altre formazioni possono essere. In occasione del derby non è sfuggita la presenza del Principe Diego Milito in tribuna, quasi una presenza tesa a sottolineare il passaggio del testimone tra lui e Maurito Icardi. I più attenti, però, ricorderanno che quella formazione di José Mourinho deve molto all'opera di costruzione fatta da Roberto Mancini.

Subito dopo Calciopoli, infatti, gli innesti di Patrick Vieira e Zlatan Ibrahimovic diedero lo sprint decisivo ad una squadra che per anni non ha avuto rivali.

Tanti scudetti sul petto, ma poche soddisfazioni europee. E fu proprio quello il motivo che spinse l'allenatore marchigiano e il club a dividere le proprie strade. Adesso arrivano delle rivelazioni proprio su quella fase.

Inter: le ultime dall'Inghilterra

L'Inter trova un protagonista inatteso nella sua "attualità". Il suo nome è Shay Given, di professione faceva il portiere e in molti lo ricorderanno al Manchester City. La sua nuova autobiografia, il cui titolo è "Any given Saturday", regala uno spazio non di secondo piano proprio a Roberto Mancini che lo aveva allenato in Inghilterra. Il riferimento si fa al carattere particolare del'ex tecnico nerazzurro, che nel corso della sua esperienza oltre Manica avrebbe litigato con tutti, dai giocatori, ai fisioterapisti, ai responsabili della comunicazione, agli impiegati nella mensa e persino con coloro che si occupavano dei parcheggi.

Il passato che però interessa di più l'Inter è quello in cui si fa riferimento al momento dell'addio tra l'allenatore e i nerazzurri nel 2008. I giocatori del City, infatti, sapevano che l'esonero avvenuto a Milano aveva addirittura fatto scattare una vera e propria festa all'interno dello spogliatoio nerazzurra.

Ultime notizie Interi: il dubbio cresce

L'Inter di quegli anni aveva ben poco da rimproverarsi. In Italia era una vera e propria schiacciasassi che demoliva record una domenica sì e l'altra pure, sfruttando anche il vuoto di avversarie determinato da aspetti che esulavano dal rettangolo verde. Resta il rammarico per aver vinto poco e solo dopo l'avvento di Josè Mourinho in Europa.

Ma il dubbio che viene adesso è: con uno spogliatoio che fosse stato maggiormente unito al proprio tecnico, dove sarebbe potuta arrivare quella squadra a livello continentale? Se lo chiederanno in molti, ma le risposte resteranno solo ipotetiche non potendo disporre della "macchina del tempo".