La vittoria con il Sassuolo prima della sosta delle nazionali ha salvato Montella dal possibile esonero ed ha rimesso il Milan in una posizione che, anche se ancora molto lontana dagli obiettivi di inizio stagione, inizia ad essere più tranquilla e la speranza di raggiungere il quarto posto non è definitivamente morta. Al rientro i rossoneri dovranno confrontarsi con il Napoli, primo in classifica ed ancora imbattuto in campionato, sfida non facile guardando come sono andati fino ad ora gli scontri con le grandi per i rossoneri, ma stavolta anche la sconfitta, se a testa alta, potrebbe non essere fatale per Montella ed i suoi.

L'incontro di Nyon

Ma il Milan avrà due snodi fondamentali per il suo futuro: lunedì è prevista l'assemblea dei soci del club e l'incontro a Nyon, dove la dirigenza dei rossoneri sarà chiamata a presentare un nuovo piano di voluntary agreement dopo la mancata approvazione dello stesso nel precedente incontro dello scorso giugno. La nuova dirigenza del Milan dovrà convincere la Uefa che la loro gestione, anche se non dal prossimo immediato futuro, sarà sostenibile in breve termine. Affare non facile dato che l'entusiasmo di inizio stagione, che portava ad avere stadio pieno ed ottime vendite sul merchandising, si è ormai smorzato con la possibilità di raggiungere il quarto posto e quindi la qualificazione in Champions League, che potrebbe portare ulteriori importanti introiti nelle casse del club.

Il Milan rischia quindi di non superare il vaglio del Financial body della Uefa e di incorrere in ulteriori sanzioni, tra le quali il possibile blocco del mercato in entrata.

Il rischio più grande

Ma i rischi della dirigenza rossonera non finiscono qui: se le coperture e le garanzie finanziare venissero ritenute non adeguate dall'organismo di verifica della Uefa per coprire i futuri costi a cui andrà incontro il Milan, allora esiste la reale possibilità che dalle mani del presidente e azionista Yonghong Li il club milanese passi sotto la proprietà del fondo americano Elliot.

I nuovi proprietari poi quasi certamente, forse dopo un breve periodo di transizione, proverebbero a rivendere il Milan al migliore offerente per una cifra che possa coprire i costi del prestito fatto la scorsa primavera alle società cinesi, per far chiudere l'accordo con Fininvest che senza i dollari americani difficilmente sarebbe andato comunque in porto.