Brutte notizie in arrivo per il Milan. Stando a quanto rivelato da 'La Gazzetta dello Sport', la commissione della Uefa ha deciso di bocciare il voluntary agreement richiesto dalla società rossonera. La comunicazione ufficiale avverrà, probabilmente, domani (venerdì 8 dicembre), quando è prevista la riunione - a Nyon - dei soggetti chiamati ad esaminare la richiesta dell'amministratore delegato Marco Fassone. Ad ogni modo, non sembrerebbero esserci dubbi su una conclusione negativa della vicenda dopo l'esclusiva pubblicata dal quotidiano rosa.

Milan, no al volutary agreement: ecco i motivi della bocciatura

A pesare sulla decisione del massimo organo calcistico continentale sarebbero state due componenti: la scarsa credibilità del piano presentato da Fassone e l'attuale instabilità che aleggia attorno al Milan. Nonostante fosse ben strutturata, la richiesta presentata dall'ad rossonero è stata giudicata non idonea per via delle previsioni troppo ottimistiche. Le ipotetiche entrate future legate a partnership con la Cina sono state viste come un qualcosa di aleatorio. Evidentemente, l'Uefa si aspettava qualcosa di più concreto da Fassone, il quale - ad ogni modo - ha lavorato duramente nel tentativo di presentare un 'business plan' credibile e senza lacune.

Ad incidere negativamente è stato anche il recente articolo del 'New York Times' contro il presidente del Milan, Yonghong Li, e i dubbi sul reale potenziale economico di quest'ultimo. Sono sempre di più le indiscrezioni (che, per ora, restano tali) secondo cui il proprietario rossonero non è chi dice di essere. Per ovviare a tale situazione, l'Uefa avrebbe chiesto al Milan garanzie più concrete.

Al fine di valutare positivamente la richiesta dei rossoneri, infatti, da Nyon avrebbero preteso delle fidejussioni per 150 milioni di euro (le perdite previste fino al presunto pareggio di bilancio nel 2021). Una richiesta, quella della Uefa, che il Milan non può accogliere dopo gli ingenti investimenti compiuti dai cinesi per acquistare la società.

Milan, ecco cosa succederà

Ma cosa succederà adesso? In attesa della comunicazione ufficiale, il Milan dovrà sottoporsi - in primavera - al 'settlement agreement, il patteggiamento già utilizzato in Italia da Inter e Roma e in Europa da Paris Saint-Germain, Manchester City e Galatasaray. In parole povere, con il 'settlement agreement' non sarebbe più il Milan a proporre all'Uefa il suo piano di rientro, ma sarebbe l'organo calcistico ad imporre dei paletti per consentire ai rossoneri di rientrare nei parametri del Fair Play Finanziario. Le due ipotesi più probabili, al momento, sembrano essere la riduzione della rosa e l'abbassamento del monte ingaggi, ma non è escluso che il Milan possa andare incontro al blocco del mercato in entrata. Da escludere categoricamente, almeno per il momento, l'esclusione dalle coppe europee.