Il Milan continua ad essere sotto i riflettori. La squadra di Gattuso sta convincendo tutti dal punto di vista sportivo ma nelle scorse ore è spuntata un'inchiesta di Milena Gabanelli e Mario Gerevini sul 'Corriere della Sera' che ha riportato dubbi seri sulla società cinese che ha rilevato il Milan nell'aprile dell'anno scorso. Intanto l'amministratore delegato Marco Fassone è impegnato nel rifinanziamento del debito contratto dallo stesso Yonghong Li con il fondo americano Elliott mentre Gattuso e i suoi uomini sono concentrati per superare al meglio il tour di ferro dei prossimi incontri in campionato, Europa League e Coppa Italia.
La svolta sportiva
Il Milan di Gennaro Gattuso sta convincendo tutti. I rossoneri hanno incanalato dieci risultati utili consecutivi e sono quasi pienamente rientrati nella lotta per il quarto posto, vero obiettivo stagionale. La squadra sembra rinata sia fisicamente che mentalmente e i singoli si stanno esprimendo ad alti livelli. La valorizzazione dei prodotti del vivaio come Calabria e Cutrone non ha eguali in Italia e gente come Romagnoli e Kessié si sta ponendo ai massimi livelli. Particolare merito va a Gattuso per la rinascita di Hakan Calhanoglu ormai imprescindibile per il gioco del Milan. Il prossimo obiettivo di Ringhio sarà quello di restituire al calcio il talento di André Silva.
Insomma, la speranza è che il Milan sta tornando ad esprimersi ad alti livelli e questa è una buona notizia per il mondo del calcio.
Lo scandalo Li
Se dal punto di vista sportivo in casa Milan si sorride, dalla società non arrivano buone notizie. Da settimane Marco Fassone è impegnato nel rifinanziamento del debito con Elliott ma a destabilizzare l'ambiente è spuntata un'inchiesta che rivela come il patrimonio di Yonghong Li sia stato messo all'asta in Cina per bancarotta.
In particolare, si accusa il proprietario rossonero di aver acquistato il Milan con le casse personali già svuotate. Due banche cinesi, creditori dell'imprenditore 48enne, hanno fatto causa alla holding di cui Li è titolare e la sentenza è stata la messa all'asta del patrimonio di Yonghong Li per saldare i debiti con le due banche.
In sostanza, mentre in patria era inseguito dai creditori, il patron del Milan, chiudeva dall'altra parte del mondo, una delle operazioni calcistiche più costose della storia pagando a Fininvest ben 740 milioni di euro.
Intervenuto sulla vicenda Adriano Galliani, l'ex amministratore delegato ha preso le difese del presidente del Milan: "Questo signore ha acquisito il Milan investendo una cifra importante. Noi eravamo assistiti da un grande gruppo internazionale, lui da una grande banca internazionale. Per prima cosa ha presentato le credenziali in FIGC, che sono state accettate. Poi c'è il fondo Elliott che gli ha prestato 300 milioni e avrà fatto le dovute verifiche. Terza cosa: ha fatto una campagna acquisti faraonica, spendendo circa 200 milioni e presentando tutte le garanzie necessarie.
Tutto questo mi lascia credere che sia tutto ok". Qualcosa di poco chiaro ad ogni modo c'è, soprattutto nella persona di Yonghong Li ma sicuramente ci saranno risvolti sulla vicenda nei prossimi giorni.